VARESE, 14 novembre 2021-Neppure l’acqua novembrina di questa mattina ha fermato la seconda visita guidata di carattere risorgimentale, organizzata dall’Associazione Mazziniana di Varese, lungo i viali del Cimitero Monumentale di Giubiano.
Il tutto si è svolto, dinanzi a un nutrito gruppo di partecipanti, iniziando dalla lapide dedicata ai varesini che hanno partecipato alle guerre d’Indipendenza e dal cippo che conserva i nomi dei garibaldini caduti nella battaglia di Biumo contro gli austriaci del 26 maggio 1859, posti sotto il porticato all’ingresso di Via Maspero. L’itinerario comprendeva una dozzina di tombe e di cappelle di varesini che hanno dato lustro alla nostra città nell’Ottocento.
Unica eccezione il momento in cui ci si è soffermati dinanzi alla tomba di Francesco III d’Este, Signore di Varese dal 1765 al 1780, che fece costruire intorno a Palazzo Estense quei meravigliosi giardini sul modello di quelli di Schonbrun. I soci della Mazziniana Renata Castelli, Roberto Gervasini e Leonardo Tomassoni si sono alternati con una chiacchierata storico/artistica parlando di Giuseppe Guerzoni, segretario di Garibaldi, che volle essere sepolto a Varese, forse perché innamoratosi di Ugo Scuri, avvocato repubblicano mazziniano di Varese che fu Sindaco e fece costruire la linea tranviaria per la Prima Cappella. interessante anche la storia di Rinaldo Arconati, un altro avvocato repubblicano che partecipò all’impresa dei Mille e fu tra i fondatori della SOCREM di Varese.
E poi di Carlo Carcano, ultimo Podestà e primo Sindaco di Varese, che accolse Garibaldi sotto una pioggia torrenziale in vista della Battaglia del 26 maggio 1859, e in anni successivi fece realizzare la linea ferroviaria tra Varese e Gallarate e la prima illuminazione a gas della città, e infine di quello che venne definito l’’Avvocato dei poveri per il suo impegno per i diseredati, l’avvocato Giuseppe Bolchini, che fondò, nel 1863, il settimanale “La Libertà” di chiara impronta repubblicana. Ma le vicende storiche si sono ampiamente intrecciate con le precise e sempre stimolanti descrizioni delle caratteristiche architettoniche e scultoree di tombe e cappelle, in particolare dell’Edicola Jemoli, dell’Edicola Aletti, dell’Edicole Nasoni e dell’Edicola Macchi da parte di Renata Castelli. Insomma una mattinata che tra uno scroscio di pioggia e l’altro ha permesso di fare un tuffo in un passato ricco di storia che proprio non si deve dimenticare.