Palazzo Pirelli si illuminerá con i colori della bandiera afghana: accolta la proposta di Usuelli (Radicali)

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Il consigliere Usuelli in abiti tradizionali afghani

MILANO, 23 novembe 2021-L’imminente “Giornata mondiale contro le violenze sulle donne” (25 novembre 2021) si colora delle tinte della bandiera afgana, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione verso un contesto particolarmente difficile per le donne, soprattutto dopo il ritorno al potere dei talebani.

Regione Lombardia, ha accolto infatti la proposta di Michele Usuelli (Consigliere regionale di +Europa-Radicali), di procedere all’illuminazione dell’ultimo piano di Palazzo Pirelli e di Palazzo Lombardia con i colori della bandiera afgana che sventolava a Kabul fino allo scorso agosto, sostituita ora da una bandiera nera con scritta bianca, nella sera tra il 24 e 25 novembre, mentre a Palazzo Marino il Comune di Milano ha deciso di esporre lo striscione di solidarietà “Milano con le donne afgane”.

Michele Usuelli, intervenendo in aula abbigliato secondo il più elegante e tradizionale stile afgano,  ha così commentato:

“Emma Bonino ha da tempo lanciato la proposta di dedicare l’edizione 2021 della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” alle donne afgane e ho quindi pensato di rilanciare l’iniziativa attraverso le principali istituzioni lombarde. Ringrazio i Presidenti Fontana e Fermi e il sindaco di Milano Sala per aver aderito con entusiasmo a un’iniziativa che ha il merito di riempire di contenuto una giornata che quest’anno appare particolarmente significativa. Dopo l’attenzione ricevuta ad agosto, dovuta al ritorno al potere dei talebani, sull’Afghanistan è caduto di nuovo il silenzio e le donne di quel paese sono state riconsegnate alla violenza, alla sopraffazione e alla discriminazione. Dalla Lombardia si alza forte la voce di chi non vuole essere complice di un tale destino.

È necessario trovare il modo di aiutare concretamente le donne afghane, parlando con i Talebani più pragmatici, senza riconoscere ufficialmente il loro Governo, almeno per evitare il collasso del sistema sanitario, per fermare il dramma delle morti per freddo e fame e per consentire il rientro a scuola di tutte le donne, oggi permesso solo per le scuole elementari. Ringrazio La senatrice Bonino, Il sottosegretario agli Esteri Della Vedova e il presidente Mario Draghi per il protagonismo con cui hanno ottenuto la risoluzione del consiglio dei diritti umani delle nazioni Unite con cui si creerà un ufficio dedicato al monitoraggio dei diritti umani in Afghanistan, oltre che il recente G20 sulla situazione del paese. Questo il compito delle Agenzie delle Nazioni Unite, che i Governi devono aiutare con discrezione e decisione, considerato il rischio che tale ente resti drammaticamente sotto staff e privo di finanziamenti.

Per questo rivolgo un appello a tutti i miei colleghi affinché si facciano promotori, attraverso i propri sindaci di riferimento, di un invito ai Comuni lombardi per uno stanziamento straordinario di risorse da destinare all’Agenzia. E chiedo a Regione Lombardia di stanziare il doppio di quanto i comuni vorranno destinare per lo stesso obiettivo. Ringrazio i nostri operatori umanitari tuttora presenti nel paese. Infine, rivolgo una domanda ai Ministri degli Esteri e della Difesa che si sono succeduti in questi anni: dove eravate ai tempi degli accordi di Doha? Cosa avete fatto per evitare che la decisione del ritiro delle truppe USA si trasformasse in una resa e nella consacrazione del rientro dei talebani? Eravamo il terzo contingente militare del paese e non abbiamo nemmeno provato a sederci al tavolo di pace; ancor peggio nulla abbiamo tentato perché si potesse sedere anche il governo afghano, nostro alleato. Un accordo di pace tra USA e Talebani ha infatti decretato chi avrebbe vinto la guerra dopo il ritiro occidentale. Perciò ringrazio i soldati afghani, per aver scelto di non combattere, evitando così un ulteriore bagno di sangue, per una guerra già persa in partenza.”

Ringrazio le donne afghane che hanno scelto di restare nel paese, e mi permetto di dire a chi è scappato di non avere sensi di colpa. Ci sono tante cose che si possono fare dall’estero, per le persone ed il paese che amate.