In base all’articolo 83 della costituzione, il presidente della repubblica è eletto dal
parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 58 delegati regionali. La votazione avviene con scrutinio segreto ed richiesta la maggioranza dei due terzi. Qualora, dopo tre votazioni, non si sia ancora riusciti ad eleggere il nuovo capo dello stato è sufficiente la maggioranza semplice.
Enrico De Nicola è stato eletto nell’ambito dell’assemblea costituente.
La legislatura inoltre sta entrando nella sua parte finale e il secondo elemento che caratterizza questa elezione è il fatto che il prossimo parlamento sarà a ranghi ridotti con solo 400 deputati e 200 senatori. Per molti politici attualmente presenti in parlamento significa non essere rieletti nella prossima legislatura.
Un ultimo elemento da considerare che potrebbe influire in maniera significativa sull’esito delle votazioni per il colle è ovviamente l’emergenza Covid. Sarebbero molti infatti i deputati e i senatori che in questo momento potrebbero non partecipare alle votazioni poiché in quarantena. Una situazione che potrebbe influire non poco sui rapporti di forza all’interno dell’assemblea.
Com’è andata nel 2015
Come già anticipato, il quadro politico che portò all’elezione di Mattarella era molto diverso rispetto all’attuale. Nel 2015 infatti il Partito democratico poteva fare affidamento, da solo, su ben 408 cosiddetti “grandi elettori” (termine giornalistico con cui sono identificati i deputati, i senatori e i delegati delle regioni che partecipano alle elezioni per il presidente della repubblica). La seconda forza politica più rappresentata era il Movimento 5 stelle che però aveva meno della metà dei voti del Pd (124). Al terzo posto c’era invece Forza Italia con 110 grandi elettori.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati presidenza della repubblica