CITTIGLIO, 15 gennaio 2022-Insegnava da 21 anni ma non era nemmeno laureata. Anzi in passato la donna, oramai ex insegnate di Cittiglio, aveva presentato una laurea falsa con addirittura un voto dinale di 110 e lode.
Falso certificato attestante il conseguimento del diploma di laurea requisito obbligatorio per la docenza sia di ruolo che di supplenza in scuola secondaria di I grado.
Questa la truffa scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Varese che su delega della Procura della Repubblica di Varese, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di 350.000 euro, somma riferibile alla retribuzione stipendiale dagli Enti pubblici preposti nonché alle somme erogate dall’INPS a titolo di indennità di disoccupazione e TFR ad una insegnante di Cittiglio che ha esercitato la propria attività lavorativa presentando un
L’esecuzione della misura cautelare reale ha portato al sequestro di risorse finanziarie pari ad euro 166.00o euro presenti sui depositi e sui conti correnti bancari dell’indagata nonché di 8 terreni, 2 box, 2 depositi ed 1 appartamento da nove vani oltre ad un autoveicolo e ad un motoveicolo.
Il provvedimento giudiziario è giunto a conclusione delle indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Varese in seguito alle quali l’insegnante è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria di Varese per truffa e per uso di atto falso in quanto la stessa, avendo ottenuto l’inserimento nelle “Graduatorie Provinciali di supplenza negli istituti scolastici ubicati nella provincia di Varese” a partire dall’anno 2000, ha effettuato in via continuativa supplenze di durata annuale in diversi istituti scolastici locali avvalendosi del falso diploma di laurea.
In particolare, le attività della polizia economico-finanziaria erano state rivolte, da un lato, alla verifica dell’attestato di laurea che la stessa presentava agli istituti scolastici e che successivamente si è rivelato falso in quanto l’insegnante non si era nemmeno mai iscritta presso l’università in cui, come lei attestava, aveva conseguito una laurea, dall’altro alla ricostruzione del patrimonio accumulato illecitamente dall’indagata.
L’attività è stata avviata sull’impulso della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese ed è stata condotta dalle Fiamme Gialle trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo-erariale quanto quello penale con il conseguente sequestro preventivo del patrimonio finalizzato alla confisca, che, in caso di condanna, consentirà di destinare a patrimonio dell’Erario i beni sequestrati preventivamente per un valore equivalente alla somma indebitamente percepita dall’indagata.
Si rappresenta che la misura è stata eseguita nella fase dell’indagine preliminare e che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.