VARESE, 31 gennaio 2022-Nell’anno scolastico in corso, nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia, nella provincia di Varese sono 70 le scuole, tra paritarie e statali, che hanno aderito al progetto Indipotens, per un totale di 9009 alunni coinvolti.
L’acronimo sta per Individuazione – Potenziamento dei disturbi del neurosviluppo, un progetto nato dalla sinergia tra la Neuropsichiatria Infantile dell’ASST Sette Laghi e l’Ufficio scolastico di Varese. Dopo una prima sperimentazione di due anni, tra il 2018 e il 2019, nell’anno scolastico 2019-2020 il progetto è arrivato a coinvolgere 208 scuole, per quasi 16.500 alunni.
L’obiettivo è innanzitutto quello di individuare precocemente i casi a rischio per Disturbi Specifici dell’Apprendimento e altri Bisogni Educativi Speciali, potenziando la presa in carico degli stessi grazie ad un ruolo più incisivo della scuola e una maggiore integrazione tra scuola e strutture specialistiche di Neuropsichiatria infantile.
“Il progetto propone un modello di presa in carico innovativo in quanto mette in rete attori appartenenti al mondo scolastico ed a quello sanitario – spiega il Prof. Cristiano Termine dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile dell’ASST Sette Laghi e Docente all’Università dell’Insubria – All’istituzione scolastica, in particolare, ovvero a quella in cui il bambino trascorre una parte significativa della giornata, viene attribuita la funzione di osservazione e potenziamento, attraverso la quale si possono evidenziare segnali di rischio sui quali intervenire, e coinvolgendo la parte sanitaria solo qualora le difficoltà siano persistenti e indicative di disturbi del neurosviluppo. Per favorire quest’integrazione è stato redatto e firmato un protocollo di collaborazione tra gli Uffici scolastici territoriali (prof. Giuseppe Carcano, prof. Luigi Macchi e prof.ssa Simonetta Bralia) e le Neuropsichiatrie infantili delle ASST che gravitano sul territorio dell’ATS Insubria nel quale sono stati definiti gli strumenti ed i percorsi da utilizzare per segnalare i casi che meritano un approfondimento clinico attraverso le Neuropsichiatrie infantili delle strutture sanitarie”.
Inoltre, negli ultimi mesi è stato avviato il coinvolgimento di tutti gli Uffici di Piano delle due province ai quali l’ATS ha proposto di aderire a questa progettualità in modo che i case manager presenti nelle scuole abbiano un interlocutore al quale segnalare i casi suscettibili di interventi sociali da parte dei Comuni.
“Allargando la rete di presa in carico anche ai Comuni, i soggetti con deficit di apprendimento precocemente intercettati attraverso la scuola, possono trovare risposte non solo di tipo sanitario ma anche di tipo sociale, soprattutto se la causa può essere ricondotta a problematiche familiari – commenta il Direttore SocioSanitario di ASST Sette Laghi, Ivan Mazzoleni – In questo modo, per quanto riguarda questo ambito, si dà piena sostanza ad uno dei principi cardine della nuova legge di riforma del sistema sociosanitario e sociale integrato lombardo, creando un paradigma che siamo impegnati ad applicare con energia anche in molti altri settori”.
“La rilevazione delle sospette difficoltà di apprendimento nell’ambito dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia e nel primo e secondo anno della scuola primaria avviene con l’utilizzo dei modelli di osservazione e potenziamento messi a punto dal Tavolo tecnico-scientifico – entra nel dettaglio Termine – Gli strumenti operativi elaborati sono volti sia all’osservazione di situazioni di difficoltà ed al loro recupero, attraverso attività di potenziamento, sia all’ individuazione di situazioni che potrebbero essere meritevoli di osservazione clinica da parte dei Servizi di neuropsichiatria. Tutti gli strumenti forniti alle scuole sono di tipo pedagogico – didattico e sono utilizzabili in autonomia dai docenti, senza necessità di supporto di esperti clinici. A questo proposito, con il contributo sostanziale della dott.ssa Marisa Bortolozzo è stato redatto un Vademecum che costituisce una raccolta ragionata di attività mirate e graduali, realizzato nella logica dello “strumento aperto”, che i docenti possono liberamente modificare ed integrare. Inoltre, in ogni scuola è stato formato un docente come Case manager, figura di coordinamento del progetto nelle scuole e di interlocuzione e mediazione con famiglie e NPI. Infatti, i case manager hanno un accesso diretto ai servizi di neuropsichiatria infantile che consente loro di segnalare gli alunni con indicatori di rischio più significativi al fine di consentire una tempestiva presa in carico da parte degli specialisti (neuropsichiatri infantili, psicologi e logopedisti)”.
Ma il progetto Indipotens va oltre: da un lato, infatti, grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, sulla base dei dati raccolti dalle scuole, incrociati con quelli delle neuropsichiatrie, è stata avviata un’analisi di tipo epidemiologico. Dall’altro, dall’anno scolastico in corso, il progetto si è correlato, integrandosi, con un progetto Europeo “Essence”, (Empathicplatform to personally monitor, Stimulate, enrich, and aSsistEldersaNdChildren in their Environment”, tradotto come “Piattaforma empatica per monitorare, stimolare, arricchire e assistere personalmente anziani e bambini nel loro ambiente”) al quale partecipano diverse università europee.