VARESE, 27 febbraio 2022- In attesa dei prossimi sviluppi derivanti dalla guerra in Ucraina (con la speranza che vi sia un’apertura al dialogo a brevissimo), milioni di ucraini che volutamente oppure messi nelle condizioni di non lasciare le proprie cittá, hanno bisogno di aiuti e assistenza: da quello medico/sanitario fino ai beni di prima necessitá come cibo e vestiti.
E sono moltissime le associazioni e semplici cittadini che in Italia si stanno mobilitando in queste ore, pronti ad accogliere migliaia di profughi (gran parte donne e bambini) che stanno giungendo da ieri dall’Ucraina.
Anche Varese si sta muovendo. In primis con la Caritas ma nei prossimi giorni anche attraverso le decine di associazioni di volontariato che raccoglieranno quanto necessario da inviare in Ucraina.
Ovviamente anche l’amministrazione comunale sta approntando le prime linee guida a livello organizzativo utili appunto all’accoglienza profughi
«Non é una cosa semplice ed immediata visto che l’Ucraina non fa parte della Unione Europea. Questo comporta che i meccanismi organizzativi e burocratici non siano cosí immediati trovando delle soluzioni ad hoc da adattare in casi specifici derivanti
da simili emergenze», dice l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari da noi contattato sulla questione, presente questa mattina con una delegazione comunale alla visita di solidarietá alla comunitá ortodossa varesina che contempla molti ucraini.
Molinari aggiunge che «ome amministrazione comunale ci troveremo nelle prossime ore, in modo tale da valutare la situazione e come attivare il giusto supporto a questa gente. Non dimentichiamo che in questi casi come amministrazione comunale dobbiamo sottostare a rigide indicazioni provenenienti dal Prefetto, che a sua volta seguirá quanto indicato dal Ministero dell’Interno».
Tutto questo, sottolinea ancora l’assessore varesino, in un lasso di tempo brevissimo: questione di un paio di giorni.
Raccolta fondi e materiale da inviare in Ucraina invece sará da appannaggio delle associazioni di volontariato presenti sul territorio facente parti della rete delle associazioni preposte a tali compiti e che agiscono in totale autonomia a livello organizzativo e decisionale.
Poi la catena della solidarietá e l’attivazione dei vari punti di raccolta, potrá mettersi in moto.
di GIANNI BERALDO