VARESE, 26 marzo 2022- Ripensare ai rapporti tra Italia e Svizzera sulle fasce di confine costruendo un esperimento innovativo di federalismo fiscale.
Nuovo accordo fiscale che comprende ovviamente anche il capitolo ristorni per i Comuni compresi nelle aree di confine (Varese compresa).
Di questo e molto altro se é discusso oggi durante un workshop fortemente voluto
dall’amministrazione comunale varesina (la vice sindaco Ivana Perusin in particolare delegata per il Comune all’Economia Transfrontaliera) e da Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente Associazione Nazionale Comuni di Confine.
Incontro organizzato alle Ville Ponti strutturato in due parti: la prima dedicata ad una serie di interventi da parte della folta platea di ospiti invitati per l’occasione compreso il Presidente della Regione Attilio Fontana e il senatore Alessandro Alfieri tra gli altri. La seconda parte incentrata sul nuovo accordo fiscale con la partecipazione di Francesco Quattrini (delegato relazioni esterne Canton Ticino); Mattia Premazzi (consigliere delegato Provincia di Varese); il sindaco di Varese Davide Galimberti e Giuseppe Ragusa (responsabile nazionale frontalieri per la Cgil). Dibattito moderato dal giornalista Rai Roberto Rotondo.
Una giornata importante e sui riflettere visto che coinvolge migliaia di lavoratori e decine di Comuni confinanti, per molti dei quali gli equilibri di bilancio dipendono proprio dai ristori derivanti dai lavoratori frontalieri.
«Se per quanto riguarda i ‘vecchi’ lavoratori frontalieri non cambia nulla e saranno tutelati con le regole antecedenti, per quelli nuovi assunti l’imposizione fiscale italiana pwer gran parte rimarrá sul territorio con un fondo per le infrastrutture e lo sviluppo socio economico della fascia di confine. Un esperimento molto interessante. Ora si tratta di decidere come verranno erogati questi fondi». Cosí il senatore del Pd Alfieri che da si occupa da molto tempo di questi temi, oltre a essere il relatore del disegno di legge sul nuovo accordo fiscale.
«Almeno é stata stipolata la bozza di accordo», dice il Governatore lombardo Fontana che raggiungiamo prima dell’avvio del workshop «ora dobbiamo sperare che il parlamento faccia il suo dovere trasformandolo in legge. Gli svizzeri come sempre prima del nostro parlamento l’hanno giá approvato ora attendiamo il nostro ulteriore passo in tal senso», chiosa il presidente della Regione Lombardia.
Tra gli artefici di questo significativo appuntamento il sindaco di Ponte Tresa Mastromarino «E’stato fatto un buon lavoro garantendo ai Comuni di frontiera il ruolo che hanno e l’importanza dei ristorni per l’economia di frontiera».
Ricordiamo che gli attuali lavoratori frontalieri sono oltre 70mila e per tutti loro sarebbe stato un problema economico il fatto di subire un’ulteriore imposizione fiscale anche da parte italiana. Anzi ulteriore passo avanti si é fatto con la ‘tax area’ del valore di 10mila euro per i nuovi frontalieri.
Sul tavolo rimane la questione dei Comuni sotto la soglia del 4% (ossia quei Comuni che non superano la soglia ideale di lavoratori frontalieri rispetto al numero degli abitanti) utile per l’ottenimento della distribuzione diretta dei fondi a ciascun Comune, che ora la si vorrebbe appunto abbassare al 3 e forse addirittura al 2 per cento.
Insomma, dopo le note diatribe tra Italia e Svizzera con rischio di ledere rapporti diplomatici, ora questo nuovo percorso fiscale che dovrebbe accontentare tutti.
di GIANNI BERALDO