SOMMA LOMBARDO/MALPENSA, 8 maggio 2022-L’unica seria e sostenibile possibilità per realizzare una seconda Cargo City a Malpensa è quella di costruirla sull’attuale sedime aeroportuale, senza cioè consumare nuovo suolo e invadere l’area del parco del Ticino o le aree verdi circostanti.
Si tratterebbe di abbattere l’attuale Terminal 2 adibito ai soli passeggeri, che è obsoleto e non più funzionale, e attualmente è in uso solo per il servizio passeggeri delle compagnie low cost e che la Sea vorrebbe tenere chiuso fino al 2026. Per continuare a utilizzarlo sarebbe necessario un profondo restyiling e un ammodernamento delle reti elettrica e del riscaldamento per renderlo efficiente sotto il profilo energetico e metterlo a norma.
Il T2 è chiuso da due anni per Covid e attualmente la Sea non lo vuole riaprire a causa dei suoi alti costi di gestione e perché le capacità dei tre satelliti del T1 bastano per soddisfare l’attuale domanda di traffico ancora debole a causa della guerra scoppiata in Ucraina. In caso di trasformazione del T2 in scalo cargo, i passeggeri
verrebbero finalmente inglobati nel T1, il che costituirebbe una razionalizzazione delle operazioni aeroportuali con un forte risparmio dei costi di gestione e un aumento della produttività. Il T1 può ospitare 44 milioni di passeggeri/anno, mentre nel 2019 ne sono transitati solo 19,6 milioni, a cui si aggiungono i 6,1 milioni del T2 per un totale di 24,7 milioni.
Lo scalo di Brescia (Montichiari) ha riconvertito il proprio scalo da passeggeri a merci, trasformando il terminal in un magazzino. Orio al Serio ha anch’esso deciso di ampliare l’area Cargo. Servirebbe quindi una programmazione regionale per mettere ordine allo sviluppo del settore.
Trasformare in scalo cargo il T2 di Malpensa ottimizzerebbe l’uso dell’area, peraltro posta in un sito ottimo per i movimenti a terra degli aerei e per l’accesso alle piste. E renderebbe inutile il progettato collegamento ferroviario MalpensaT2-Gallarate: a Gallarate servirebbe il quadruplicamento della linea per Milano oggi satura, non una costosissima infrastruttura che distruggerebbe altri ettari di brughiera. Non solo nonostante i 240 treni giornalieri che collegano Milano e Malpensa la quota di trasporto modale in treno è inferiore al 13% mentre nei maggiori scali europei raggiuge anche il 40%.
Sintesi intervento di Dario Balotta presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti) al convegno: MALPENSA E GLI IMPATTI SUL TERRITORIO tenutosi ieri, 7 maggio, a Somma Lombardo.
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