Bordonaro (Lega): “C’era una volta Varese Land of Tourism…”

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VARESE, 1 luglio 2022-C’era una volta Varese Land of Tourism, una città che credeva moltissimo alla sua vocazione internazionale.
Almeno, ci provava: si lavorava tanto, anche grazie a un ente Provincia frizzante e dinamico, allo sviluppo del“marketing territoriale” (poi, però, arrivò il ministro Delrio a demolire le Province…)
I tempi dei Mondiali di Ciclismo 2008 sembrano molto lontani; quell’evento servì per evidenziare il nome della nostra città sulle cartine di tutto il mondo e fu per noi un volano, da molti punti di vista e con le dovute proporzioni, simile a quello che EXPO2015 è stato per Milano. Siamo terra non solo di ciclismo ma anche di
canottaggio – Europei e Mondiali sono ormai appuntamenti fissi grazie alla lungimiranza di chi ci ha creduto sin da subito – così come di basket: è passato un po’ inosservato ai profani, lo scorso aprile, l’importante torneo giovanile europeo Adidas Next Generation.
A Varese ha sede anche l’apprezzata Scuola Europea, abbiamo treni diretti che ci collegano in breve tempo al nostro aeroporto internazionale ma anche alla Svizzera (e quindi a tutto il Nord Europa), a Como, a Milano.
C’è da chiedersi, però, come sia possibile che in capoluogo con queste straordinarie caratteristiche abbia
vinto il provincialismo: i cartelli in inglese e tedesco maccheronici, degni di Totò, sono solo un sintomo – oltre che di una certa incuria – di una assoluta mancanza di visione per lo sviluppo dell’attrattività della nostra città. Sarebbe bello che le migliori menti lombarde ed italiane lavorassero per far splendere il nostro
Comune, purtroppo siamo in mano a chi ha dimostrato di non saper utilizzare nemmeno Google Translator.
Anche i toni e i temi, ultimamente, sono più da amministrazione condominiale che da Varese piccola capitale. Pure la nostra indubbia vocazione turistica, che Varese ha nel suo DNA sin dall’inizio del secolo
scorso, va costruita e coltivata con convinzione giorno per giorno. Se non s’è capaci di camminare, di certo poi non si è capaci di correre: è notizia recente che non c’è nemmeno un piano asfaltature per l’estate, col rischio di arrivare all’autunno con strade ancor più disastrate; i problemi di sicurezza sono all’ordine del giorno, e senza sicurezza non c’è sviluppo né economico né turistico. In queste condizioni, è difficile pensare a grandi progetti. A dare una sferzata ci pensano, quando possono, Attilio Fontana e Giancarlo Giorgetti (i grandi progetti “australiani” su stadio e palazzetto presentati venerdì scorso lo testimoniano) ma l’impressione finale è sempre quella: una giunta comunale un po’ a mezzo servizio, molto sbracata sugli effimeri allori dell’elezione, che si impegna con poco successo per una città migliore, ma solo part-time.
Quel che è peggio, però, è che sembra farlo senza passione, senza visione, senza il vero sogno di una Varese diversa, città di provincia e non malata di provincialismo, capitale del suo territorio e punto di riferimento
culturale, sociale, economico, sportivo per tutta l’Insubria, per la Lombardia, e con la capacità e l’ambizione positiva di esserlo anche a livello internazionale. Speriamo e lavoriamo – anche dai banchi dell’opposizione – perché vi sia un cambio di passo, altrimenti vedremo la nostra amata città non solo arenata, come è stata fino ad oggi, ma negativamente travolta da questo periodo di profondi mutamenti.
Marco Bordonaro
Commissario Lega Varese