COMO, 20 agosto 2022-Terzo appuntamento a Como in piazza Verdi domani, 20 agosto, tra le ore 16 e 18, per la singolare “installazione stradale” di protesta inscenata da una ragazza di Como per salvare la vita a Julian Assange, creatore del sito Wikileaks. “E anche, ” secondo l’attivista, “per salvaguardare la libertà della Stampa.”
Lorena Corrias, 37enne comasca, disegnerà sul pavimento – come ha già fatto il 6 e il 13 agosto scorsi – il perimetro di una cella simile a quella della famigerata prigione londinese di Belmarsh, che tiene Assange imprigionato da più di 3 anni in condizioni simili a quelle dell’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario italiano.
Corrias ha un regolare permesso per l’occupazione del suolo pubblico concessole dal Comune per la sua “installazione”, che vale per ogni sabato dal 6 agosto 2022 fino al 25 marzo 2023.
Corrias ha un regolare permesso per l’occupazione del suolo pubblico concessole dal Comune per la sua “installazione”, che vale per ogni sabato dal 6 agosto 2022 fino al 25 marzo 2023.
Dopo sabato 20 Corrias fará una pausa per poi riprendere la protesta il 17 settembre, dalle 15 alle 17, per tutto l’autunno e l’inverno.
La giovane comasca vuole attirare l’attenzione del pubblico all’incarcerazione particolarmente dura riservata a Assange dalle autorità britanniche, senza che ci sia stata emessa nessuna sentenza per nessun reato, ma solo a titolo di “custodia cautelare” in attesa dell’estradizione di Assange negli Stati Uniti dove rischia fino a 175 anni di carcere duro.
“In realtà”, spiegherà Corrias ai passanti che vorranno interloquire con lei in piazza domani, “è una pura e semplice punizione esemplare studiata per intimidire i giornalisti di tutto il mondo. Chi osa pubblicare documenti che rivelano le atrocità delle guerre statunitensi e britanniche farà la fine di Assange, sembrano voler dire le autorità di questi due paesi. Anche se i documenti rivelati sono documenti illecitamente posti sotto il segreto di Stato proprio per garantire l’impunità ai colpevoli di efferrati crimini di guerra.”
Al suo fianco in questa lotta, Anna Maria Deidda e Sara Giagnoni.
La giovane comasca vuole attirare l’attenzione del pubblico all’incarcerazione particolarmente dura riservata a Assange dalle autorità britanniche, senza che ci sia stata
“In realtà”, spiegherà Corrias ai passanti che vorranno interloquire con lei in piazza domani, “è una pura e semplice punizione esemplare studiata per intimidire i giornalisti di tutto il mondo. Chi osa pubblicare documenti che rivelano le atrocità delle guerre statunitensi e britanniche farà la fine di Assange, sembrano voler dire le autorità di questi due paesi. Anche se i documenti rivelati sono documenti illecitamente posti sotto il segreto di Stato proprio per garantire l’impunità ai colpevoli di efferrati crimini di guerra.”
Al suo fianco in questa lotta, Anna Maria Deidda e Sara Giagnoni.
La protesta s’interromperà poi per riprendere il 17 settembre, dalle 15 alle 17.