VARESE, 7 settembre 2022-Si inaugura il 10 settembre a Varese, al Battistero di Velate, la mostra di Giacomo “Jack” Braglia (Lugano, 1996) intitolata Conversations with emotional journeys. Nuovo capitolo della sperimentazione del giovane artista e fotografo svizzero, le sculture in mostra sono state per la prima volta esposte all’ADI Design Museum di Milano nel corso della Design Week milanese di quest’anno.
Con questa manifestazione, il prezioso oratorio tardo-seicentesco di Velate si conferma polo internazionale della cultura ospitando artisti innovativi espressione dell’avanguardia contemporanea: l’esposizione a cura di Carla Tocchetti, promossa dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia in collaborazione con la Comunità MAMI, resterà visibile fino al
2 ottobre, con apertura nel fine-settimana e possibilità di prenotare visite infrasettimanali personalizzate.
All’inaugurazione, che si terrà sabato 10 settembre alle ore 15.30, saranno presenti l’Artista giunto appositamente da Londra e Beatrice Audrito, autrice del testo critico.
«Conversations with emotional journeys è un progetto dedicato al tema del viaggio, fisico come interiore, quale possibilità di incontro, scambio e riscoperta di culture e continenti lontani.
In mostra otto sculture raccontano il viaggio fotografico di Braglia che nel corso del 2018 ha visitato sei paesi del mondo, dedicando l’intero anno all’esplorazione di nuovi territori e culture lontane. Fotografie suggestive di luoghi naturali e paesaggi urbani scattate in Australia, Cina, Giappone, Namibia, Nuova Zelanda e Portogallo. Immagini affascinanti che si incarnano tra le labbra sinuose di bocche greco-romane quale escamotage per rievocare lo spirito delle “Conversations” (Conversazioni) di Braglia, un titolo utilizzato spesso dall’artista al fine di sottolineare l’esigenza intima di aprire un dialogo con il fruitore. Una tematica di cui Braglia si occupa da sempre, raccontando le contraddizioni del nostro tempo attraverso il suo obiettivo fotografico grazie ad una ricerca interessante, al confine tra fotografia e scultura, con la quale trasforma i suoi scatti fotografici in sculture e installazioni tridimensionali. Servendosi della tecnica innovativa del wrapping, l’artista dà corpo
alla fotografia tradizionale utilizzando supporti fotografici alternativi: busti classici, scudi, bocche e altre forme scultoree che riveste di immagini fotografiche scattate durante i suoi viaggi, per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione superandone i limiti. Una narrazione visiva condotta servendosi di medium diversi come la fotografia, la scultura, il colore».