MILANO, 8 settembre 2022 – Le tradizioni e le radici della Lombardia, la vita quotidiana delle persone, la loro cultura e i loro riti, le feste e i paesaggi. È dedicata al territorio lombardo la mostra fotografica “Le radici della nostra identità” di Amedeo Vergani che sarà allestita presso lo Spazio espositivo di Palazzo Pirelli fino al 30 settembre.
La mostra, promossa dal Circolo fotografico di Inverigo, propone 62 fotografie selezionate dall’archivio di Amedeo Vergani composto da più di un milione di immagini di tutto il mondo. Gli scatti esposti a Palazzo Pirelli attraversano il territorio lombardo e le sue trasformazioni dagli anni Settanta agli anni Ottanta. Gesti e situazioni che raccontano l’identità di intere comunità come l’agnello alzato al cielo durante la festa di Sant’Antonio a Vercana sulle sponde del Lago di Como, o il braccio di un’infaticabile lavoratrice della coltivazione del riso in un cascinale a Cergnago, nel Pavese.
Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni. Nella prima gli scatti di Amedeo Vergani raccontano le tradizioni lombarde nel campo dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, dell’artigianato e dell’industria: dalla raccolta del riso nel pavese all’apicultura in provincia di Cremona, dalla produzione di coltelli e forbici a Premana ai liutai di Cremona, dalla lavorazione del pizzo a tombolo in Brianza alla produzione di pipe a Cantù. La seconda sezione è dedicata ai riti e alle feste tradizionali come, ad esempio, la festa della Madonna del Bosco a Imbersago, la Sagra di San Giovanni sull’Isola Comacina, il Carnevale di Schignano, la “Giubiana” in Brianza, la festa della “Candelora” a Ravellino, la “Pesa Vegia” di Bellano, la festa della Madonna Nera di Lanzo d’Intelvi e tante altre. “Riti collettivi, pagani o propiziatori, sopravvissuti proprio all’ombra della metropoli italiana della tecnologia e della industria”, secondo la definizione che lo stesso Amedeo Vergani aveva dato ai soggetti delle sue opere nel lontano 1980.
Amedeo Vergani, nato ad Erba nel 1944, è stato uno dei più incisivi e originali protagonisti del fotogiornalismo italiano. Vergani inizia la sua carriera come giornalista sviluppando subito anche una grande passione per la fotografia. Nel 1977, a 33 anni, abbandona la macchina da scrivere per la macchina fotografica, passando definitivamente al giornalismo fotografico. Su incarico delle più prestigiose riviste internazionali, Vergani realizza dossier fotografici che spaziano dai Caraibi allo Yemen, dal Québec al Sudafrica, mettendo sempre al centro del suo obiettivo la gente e i luoghi.
“Ho scelto di fare questo mestiere per studiare l’uomo, la sua vita e i suoi problemi – spiegava in un’intervista a ‘Leica Magazine’ nel dicembre del 1995. In realtà è un sistema per capire meglio me stesso, guardandomi riflesso in coloro che incontro nel mirino della mia Leica e che, ovunque sulla Terra, mi sembra che mi assomiglino nel profondo sempre di più. Forse è per questo che nei miei reportages cerco di trovare situazioni fortemente cariche di quegli ingredienti del quotidiano comuni a tutti: fatica, amore, gioia, serenità, angoscia, noia, dolore”.
Le sue opere sono state esposte alla Biennale e al Guggenheim di Venezia, alla Triennale di Milano, al Vitra Design Museum di Basilea e al Centre Pompidou di Parigi. Ha esposto a New York, in Germania e al Museo d’Arte Moderna di Pechino. Le sue fotografie sono state edite da molte case editrici, quali ad esempio l’Istituto Geografico De Agostini, Rizzoli e Mondadori ed ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Amedeo Vergani è scomparso il 1° maggio 2010.
La mostra potrà essere visitata fino a venerdì 30 settembre nei seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 12.30) e dalle 14.30 alle 17.30 (ultimo ingresso 16.30); venerdì dalle 9.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 12.30).