Tragedia di Blenio. Il sindaco di Induno Olona: “Stretti nel dolore, per ricostruire la fiducia”

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INDUNO OLONA, 10 settembre 2022-Tra Bisuschio ed Induno Olona ci sono quattro chilometri, ma da venerdì sera si respira lo stesso dolore. “Impotenza” è il termine che utilizza il sindaco di Induno, Marco Cavallin, che in queste ore ha il difficile compito di dove sostenere la popolazione dei due comuni italiani di frontiera dove abitavano le giovani vittime.

La notizia, della morte del secondo quattordicenne rimasto coinvolto nella caduta sotto la capanna Scaletta in Val di Blenio, è arrivata venerdì sera, proprio nel giorno in cui le due comunità, quella musulmana e quella italiana, si erano unite per i funerali del ragazzo deceduto domenica. Dopo cinque giorni di cure intense si è spento anche l’altro quattordicenne, mentre sarebbero in via di miglioramento le condizioni del tredicenne del Mendrisiotto che era caduto cercando di prestare aiuto.

“Il sentimento che ho avuto in questi giorni, parlando con il padre del ragazzo, è stato di

Marco Cavallin sindaco di Induno Olona

piena impotenza” racconta alla RSI il sindaco di Induno, Marco Cavallin. Un’impotenza, però attiva: “Io e il collega di Bisuschio abbiamo pensato di offrire un supporto psicologico. Lunedì sera ci sarà un incontro con una psicologa per capire come affrontare la tragedia e cercare di metabolizzare il lutto”.

C’è ancora una montagna, questa volta psicologica, davanti ai giovani e ai monitori della società sportiva del Varesotto che stava svolgendo a Campo Blenio un soggiorno di allenamento come tanti altri anni. “Ho purtroppo visto fisicamente, ho toccato con mano, anche guardando negli occhi i ragazzi coinvolti. Si vede chiaramente un’angoscia, un vuoto e un’incredulità. Ci sarà da ricostruire una fiducia”. Il sindaco ha parlato con la società sportiva coinvolta, e con le altre che animano il tessuto locale, e “davanti alla tragedia, che chi dice ma allora non facciamo più niente”. In questo momento il compito del sindaco è anche quello di dire che questa non è la soluzione giusta: “Ora è giusto abbracciarsi e collaborare per affrontare una situazione così terribile. Insieme cercheremo tutti i modi per riprendere una strada comune, per il bene di tutti”.(fonte RSI.CH)