Intervista con il Ministro Luigi Di Maio leader di Impegno Civico: ”Noi pensiamo a lavoro e diritti, ambiente e ai bisogni concreti di imprese e famiglie”

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Il Ministro Luidi di Maio leader di Impegno Civico

VARESE, 20 settembre 2022-di GIANNI BERALDO-

Siamo alle battute finali di una campagna elettorale breve, anomala, spesso avara di contenuti che non siano solo slogan.

Tutto questo al cospetto di in uno scenario critico a livello economico che si riflette in ambito sociale come poche volte accaduto in passato.

Poche le idee programmatiche sul piatto relative alla riforma del lavoro, delle pensioni, riforma della scuola che nessun Governo finora ha mai preso  seriamente in considerazione, cosí come Sanitá e Ricerca. Per non parlare dell’attuale crisi energetica e conseguenti aumenti in bolletta che per molte aziende, artigiani e commercianti potrebbe significare licenziamenti e chiusura delle attivitá.

Paese che per ripartire ha assolutamente bisogno di un serio piano economico  che possa dare finalmente respiro a settori tanti bistrattati ma fondamentali.

Di questo e molto altro abbiamo parlato durante questa intervista con Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione internazionale, ma soprattutto fondatore e capo politico di Impegno Civico.

Signor Ministro, lei ha richiesto una Commissione d’Inchiesta su presunti finanziamenti russi ad alcuni partiti italiani: pensa che vi possano essere eventuali influenze russe tali da potere interferire sull’esito di queste elezioni?

Guardi, noi siamo stati tra i primi, in tempi non sospetti, a denunciare il rischio di eventuali influenze esterne su queste elezioni. Vorrei solo ricordare che nel 2018 ho bloccato un tentativo da parte della Lega di eliminare nella legge anticorruzione, la Spazzacorrotti, una

norma che vietava di ricevere finanziamenti da Paesi esteri o da personalità estere per i

partiti. Ovviamente, e lo voglio dire con molta chiarezza, io consiglio sempre cautela suq uesto argomento. Salvini però ha un memorandum di intesa con il partito di Putin, Giuseppe Conte riceveva i complimenti dall’ambasciata russa a Roma… Ritengo che l’accertamento del Parlamento nella prossima Legislatura attraverso una Commissione d’inchiesta sia necessario.

Dall’alto del suo attuale ruolo di Ministro degli Esteri e della sua abilità nell’avere affrontato situazioni critiche a livello internazionale molti politici italiani, prima critici nei suoi confronti, hanno rivalutato positivamente le sue capacità politiche: cosa risponde a tutti loro?

Confido negli elettori che hanno potuto vedere i risultati portati a termine in questi anni al Ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico, prima, e poi al Ministero degli Affari Esteri: sono orgoglioso di aver realizzato misure come il ‘Reddito di Cittadinanza’ o il ‘Patto per l’Export’. Con la prima abbiamo sostenuto 3,5 milioni di italiani che durante la pandemia non avrebbero retto e ancora oggi rischiano grosso per il caro vita: ora lo vogliamo migliorare mettendo a contatto diretto quel terzo di beneficiari che sono abili al lavoro con le imprese che hanno bisogno di personale, investendo anche sulla formazione. Con il Patto per l’Export abbiamo ottenuto risultati eccezionali, con la vostra regione a fare da capofila. L’export lombardo ha superato i 135,8 miliardi di euro di valore, superando di gran lunga i 127 miliardi pre-Covid e, anche nel primo trimestre di quest’anno, si è partiti con un molto confortante +23,6% sul medesimo periodo 2021. Penso che questi e altri risultati parlino da soli: l’impegno di questi anni al governo è stato davvero incessante.

Alla presentazione del suo partito ha sottolineato come Impegno Civico sarà la sorpresa di queste elezioni. A distanza di qualche settimana da quella presentazione e dopo avere incontrato moltissime persone durante il suo tour elettorale, quali le sensazioni?

Sono certo che Impegno Civico farà un grande risultato: l’obiettivo è il 6%. Siamo in crescita e sento molta fiducia attorno al nostro giovane progetto quando incontro cittadini,

Missione a Berlino

negozianti e imprenditori. Siamo una forza giovane anche per l’età media di attivisti e candidati e quella che più mette al centro delle sue proposte le nuove generazioni: se puntiamo su di loro riparte l’Italia intera. Lavoro e diritti, ambiente e ai bisogni concreti di imprese e famiglie: fortunatamente sta passando il messaggio che Impegno Civico è la forza dei cittadini che aiutano i cittadini, dal taglio dei costi energetici all’azzeramento dell’IVA sui beni alimentari.

In questa campagna elettorale si parla poco di Sanità, anche su temi ambientali ed energetici pare che tra i vari leader di partito prevalga una certa incompetenza a livello di proposte. Sanità, Ambiente e trovare soluzioni alternative a livello energetico sono fondamentali, in tal senso come si pone e propone concretamente Impegno Civico?

L’ambiente e la sua tutela dovrebbero tornare ad essere questioni centrali nel dibattito pubblico, perché ci riguardano da vicino. Quello che è accaduto nelle Marche solo pochi giorni fa sta lì a dimostrarlo. Noi di Impegno Civico vogliamo arrivare al più presto al varo di una legge sul clima con il coinvolgimento delle aziende, che dovranno riprogettare processi e prodotti con obiettivi misurabili e incentivi adeguati. Innovazione e ricerca, efficienza ed energie rinnovabili, messa in sicurezza del territorio sono anche un grande volano per l’economia e l’occupazione con i cosiddetti green jobs. Per quanto riguarda la sanità, invece, la pandemia ha messo a dura prova il Servizio Sanitario Nazionale che però è riuscito a reggere grazie all’abnegazione e alla professionalità di tutto il personale medico e paramedico. Dall’emergenza Covid dobbiamo trarre molti insegnamenti per trovare soluzioni che superino le criticità, a partire dalle diseguaglianze tra i territori. Impegno Civico propone un immediato piano di assunzione di medici e infermieri. Dobbiamo ridurre sensibilmente le liste di attesa per visite ed esami, introducendo anche un maggior coordinamento a livello centrale a garanzia dell’uniformità delle prestazioni erogate, rafforzando i servizi di prossimità e lavorando sulla prevenzione.

Nel vostro programma una parte consistente riguarda il mondo del lavoro dove proponete, tra le altre soluzioni, anche un patto tra tutti gli attori per arrivare a un consolidamento (posto a tempo indeterminato) di una determinata posizione lavorativa. Prima bisognerebbe creare le situazioni ideali utili a favore stabilità e crescita delle imprese e per farlo non sarà sufficiente un eventuale taglio al cuneo fiscale: pensa veramente che in questa situazione emergenziale le PMI, ad esempio, possano crescere creando posti di lavoro e non invece rischiare di chiudere la propria attività?

Che la fase sia molto difficile a causa dell’impennata dei prezzi energetici è sotto gli occhi di tutti. A maggior ragione, però, questo è il momento in cui lo Stato deve diventare una sponda efficiente per favorire la crescita delle imprese. Ecco perché si deve assolutamente portare a compimento la riforma della giustizia: se riusciamo a ridurre del 40% i tempi dei processi riusciremo a recuperare 2,5 punti di Pil, in pratica 40 miliardi di euro. Poi serve

una Pubblica Amministrazione digitalizzata e moderna, serve una formazione dei giovani che possa permettere loro di essere pronti all’inserimento lavorativo. Poi c’è il tema delle tasse: con la scorsa legge di Bilancio abbiamo cancellato l’IRAP per le società di persone, autonomi, ditte individuali e professionisti e intendiamo cancellarla anche per le società di capitali. Abbiamo ribadito più volte che è una tassa dannosa, perché penalizza le imprese a più elevata intensità di lavoro, creando il paradosso che chi occupa più persone paga più tasse. Una stortura a cui bisogna porre rimedio.

In tal senso nel varesotto sono già decine le PMI che stanno pensando di ridurre le ore di lavoro e conseguenzialmente riduzione anche del numero dipendenti causa crisi energetica: come pensa di poter arginare questo grave fenomeno non solo d’ambito lavorativo ma pure con importanti risvolti sociali? Avete delle proposte fattibili e non solo da ‘campagna elettorale?

Lo abbiamo detto in tempi non sospetti che serve un intervento consistente: noi di Impegno Civico abbiamo messo a punto la proposta di un decreto Taglia-Bollette, che approveremo appena si riunisce il nuovo governo. Nell’attesa di ottenere un tetto massimo al prezzo del gas, su cui ci stiamo battendo in Europa, dobbiamo intervenire per salvaguardare il nostro tessuto produttivo: Confcommercio stima che 120mila imprese rischiano la chiusura e 370mila lavoratori il licenziamento. Per questo proponiamo che lo Stato, almeno fino a fine anno, copra l’80% dei costi in bolletta: servono 13,5 miliardi di euro che abbiamo già individuato nelle maggiori risorse incassate, ad esempio, su IVA e accise derivanti dall’inflazione. Il nostro decreto Taglia-Bollette è un provvedimento concreto ed efficace per aiutare imprese e famiglie, su cui abbiamo già l’approvazione convinta della coalizione progressista.

Dopo l’importante esperienza con M5S lei ha preferito ripartire diventando capo politico di Impegno Civico: non pensa che il panorama italiano non fosse già inflazionato con decine di partiti spesso similari nei programmi e che di fatto non portano nulla di concreto a un auspicabile cambiamento?

È sufficiente guardare il nostro programma per comprendere come Impegno Civico sia un progetto di lungo respiro, con politiche innovative e una precisa identità politica. Noi abbiamo maturato una decisione di responsabilità perché non sussistevano più le condizioni politiche per rimanere in quello che è diventato il partito di Conte. Abbiamo fondato

Giuseppe Conte

Impegno Civico con l’intento di dare forza al sistema Italia e continuità all’azione dell’Esecutivo, ma soprattutto per offrire uno spazio di confronto democratico, moderato e riformatore. La nostra forza politica ha alle spalle una solida cultura di governo: per questo fonda la propria azione sulla concretezza e sulla verità. Solo se guarda a fondo alle proprie potenzialità e ai propri limiti, il Paese saprà riformarsi, innovare e superare le logiche che ne limitano lo sviluppo.

Quali allora le differenze programmatiche di Impegno Civico? Insomma perché un elettore dovrebbe votarlo?

Impegno Civico è una forza politica concreta e responsabile, con alle spalle tanti risultati già realizzati: dal decreto dignità al reddito di cittadinanza passando per il taglio del numero dei parlamentari… sono tutti provvedimenti che portano la mia firma, anche se qualcun altro ora cerca di appropriarsene. Mentre gli altri partiti fanno promesse sapendo di non poterle mantenere, noi individuiamo soluzioni e coperture finanziarie per metterle in atto. Chiediamo fiducia per tutto questo e perché abbiamo un’idea chiara di come dev’essere l’Italia alla fine della prossima legislatura e nei decenni successivi. Poi siamo gli unici ad aver messo in campo un programma che punta sui giovani ma mette al sicuro tutte le generazioni. Le faccio un esempio: il nostro mutuo ZAC, Zero Anticipo Casa, dà una mano agli under 40 prevedendo che lo Stato paghi l’anticipo e chi acquista un’abitazione lo restituisca a rate e senza interessi. Questo piccolo intervento, però, libera energie e risorse, perché i giovani trovano autonomia e libertà di movimento, i loro genitori non vedono prosciugare i loro risparmi per aiutare i figli e, di conseguenza, ci sono più risorse per non deprimere i consumi.

La gente è stanca delle mille promesse mai mantenute dalla politica e da chi la rappresenta, ostracismo confermato dalla scarsa affluenza alle urne degli ultimi anni con probabili percentuali in ascesa nelle prossime elezioni: la preoccupa questa situazione (non solo italiana) che spesso porta a dei risultati eclatanti con l’affermazione di partiti nazionalisti di estrema destra al Governo. Come accaduto recentemente in Svezia ad esempio.

La gente vive una disaffezione nei confronti della politica: le persone che non trovano più una motivazione per recarsi alle urne pensano che le cose non cambieranno mai. Ritengo che la soluzione sia nell’andare oltre l’ascolto, coinvolgendo direttamente i cittadini nell’attività politica. Dobbiamo occuparci di quello che può davvero migliorare la loro vita e farlo insieme a loro. Un voto a Impegno Civico è un voto ad una coalizione progressista che è l’unica alternativa alle destre sfascia conti, che ci hanno già portato sull’orlo di un default nel 2011 mettendo a rischio il pagamento di pensioni e stipendi pubblici. Mentre loro fanno promesse da 160 miliardi di euro, noi studiamo per prendere impegni concreti e misurabili: solo così si riconquista la credibilità e la fiducia dei cittadini.

Lei afferma che la libertà e democrazia sono valori non negoziabili, alcuni leader di partito adottano le stesse dichiarazioni ma hanno una visione politica molto diversa dalla sua. In caso di vittoria elettorale del centrodestra pensa che certi valori democratici possano essere messi in discussione e come?

Non è un caso che il nostro slogan elettorale sia “difendiamo la libertà”. La libertà è il

Con Liz Truss

fondamento di tutto ciò che siamo e definisce ciò che saremo. Oggi le autocrazie proliferano, le democrazie vacillano e sempre più donne e uomini sono privati dei diritti, della felicità in nome di false ideologie. Ha visto come hanno votato i partiti di Meloni e Salvini in Europa quando si è trattato di condannare le politiche oscurantiste di Orban? Impegno Civico ha una collocazione chiara e democratica, europeista e atlantista; altri preferiscono ammiccare a despoti che mettono in discussione i valori su cui si fonda la nostra stessa Nazione.

Nell’attuale scenario politico formato da centrodestra-centrosinistra e cosiddetto Terzo Polo, Impegno Civico dove si colloca politicamente?

Non esistono terzi poli: la scelta alle urne è tra la destra e noi di Impegno Civico convintamente all’interno della coalizione progressista. Ogni voto ad altre forze che non siano nella nostra coalizione è un voto per la destra. Una destra che con Meloni ci isola a livello internazionale e che vuole rinegoziare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rischiando di farlo saltare e mettendo a rischio lo sviluppo dell’Italia.

Potesse politicamente riavvolgere il nastro cosa non rifarebbe?  E cosa le piacerebbe realizzare ma che forse rimarrà un sogno?

Di sicuro, quello che non rifarei è fidarmi di Conte: doveva rilanciare il Movimento 5 Stelle, lo ha ridotto al suo partito personale e dei suoi fedelissimi che lo hanno seguito anche su scelte inaccettabili per il bene dell’Italia. Casaleggio ci aveva lasciato in eredità due compiti: unire e governare. Io ho fatto entrambi, anche se non era semplice visto lo scenario politico. Lui, invece, no, piuttosto ha lavorato per dividere. A corto di idee, ora si appropria anche di misure che portano la mia firma, pur di fare campagna elettorale. Per il resto sono sempre convinto che, se si lavora sodo, in qualche modo i progetti si realizzano comunque. È quello che vogliamo fare nel superiore interesse del Paese.

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