‘L’arte svelata’, inaugurata in Questura a Varese mostra d’arte riportante all’epoca fascista. Galimberti “E’ ora di fare conoscere a tutti la storia di questi luoghi”

0
1470

VARESE, 19 novembre 2022- di GIANNI BERALDO-

«Questa mostra é innanzitutto una sfida, perché organizzare una mostra all’interno di un edificio che museale non é, ovviamente ha creato una serie di difficoltá oggettive. Ma questo se vogliamo ‘pure il fascino che questo comporta».

E’soddisfatta del risultato Serena Contini responsabile ufficio ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale e museale del Comune di Varese, presente all’inaugurazione della mostra intitolata ‘L’arte svelata’, un percorso d’arte e architettura d’epoca fascista all’interno della Questura di Varese.

Un vero tesoro finalmente aperto al pubblico grazie a questa interessantissima mostra che chiuderá i battenti il 15 marzo 2023 (le visite sono aperte nelle giornate di mercoledì, dalle 15,00 alle 18,00 e sabato dalle 9,30 alle 12,30, previa prenotazione obbligatoria al seguente indirizzo: urp.quest.va@pecps.poliziadistato.it.)

Un appuntamento culturale tra i piú significativi per la cittá in un luogo topico un tempo

Serena Contini

Palazzo del Littorio (nel ventennio fascista), poi rinominato Palazzo Italia dopo la Liberazione, per divenire sede della Questura. Palazzo rimasto fedele all’architettura fascista sia per l’esterno che gli interni, dove negli ultimi anni, grazie soprattutto alla lungimiranza del precedente questore Giovanni Pepé (anche lui presente oggi) che ne capí la valenza storica e artistica, diede al via a preziosi restauri di affreschi d’epoca e molto altro ancora finoa oggi inaccessibile al pubblico.

Una parte del grande sacrario fascista

Tra questi l’incredibile sacrario fascista, unico nel suo genere in Italia, ora tornato alla sua valenza originale. Un luogo incredibile che si trova non molto distante dall’ingresso della questura, una stanza con pareti di marmo nero incesellate da scritte e disegni in oro zecchino con richiami alla patria e al valore dei patrioti fascisti (una tratta da una poesia di Dannunzio ad esempio). Al centro una sorta di altare con una grande croce di vetro posta sopra  due pannelli di marmo sui quali vi sono incisi i primi ‘martiri’ fascisti varesini. Il soffio invece é di un azzurro intenso riproducendo una volta stellata. Solo questo meriterebbe una visita. In realtá vi é molto altro da vedere in questa mostra fortemente voluta anche dall’attuale Questore Michele Morelli «Questo é un palazzo che nasce con tutti altri intenti ma che ora é al servizio delle istituzioni democratiche e della cittadinanza. Per noi quindi é un vero piacere mostrare i tesori dell’arte che sono all’interno di questo edificio».

Il primo gruppo di visitatori all’apertura mostra

Parlando d’arte un altro luogo incredibile é proprio quello relativo all’ufficio del questore, al cui interno troviamo un grande e coloratissimo affresco d’epoca realizzato di Giuseppe Montanari, che ritrae Benito Mussolini a cavallo e alcuni soldati italiani a suggellare la conquista dell’Abissinia

Infatti la valenza rilevante di questa mostra è costituita dall’esposizione di spolveri e

Una parte del grande affresco nell’ufficio del Questore

cartoni realizzati da Giuseppe Montanari ritrovati nel suo archivio personale, offrendo l’occasione unica di rivedere nel luogo per cui furono pensati anche le immagini degli affreschi, in gran parte cancellati e distrutti alla fine del periodo fascista.

Artista ricordato oggi dalla nipote Daniela Montanari «Mio nonnno aveva un carattere terribile ma una bontá d’animo incredibile. Ho un ricordo indelebile di lui che dipingeva sempre con il basco in testa mentre io piccolina tentavo di imitarlo con il pennello».

Se affreschi e dipinti vari sono opera di Montanari, tutta la parte architettonica é del grande architetto Mario Loreti, in grado di progettare opere d’arte di taglio architettonico  adottando ovviamente altro materiale ma con uno stile unico e inimitabile. Tradizione proseguita con la nipote Francesca Maioli, anch’essa architetto che ha raccontato con dovizia di particolari come e quanto lavorava il nonno.

Particolarmente emozionato per questo evento pure il Questore Vicario Ambrogio Enrico Mazza che con la Contini hanno dato il via al progetto «Questa mostra é un’esperienza straordinaria. Non ho un afflatto per l’arte ma mi piace il bello e questo palazzo é bellissimo e trasuda di storia».

L’assessore Laforgia

E di storia, lui che é pure docente, ne ha parlato durante il suo intervento l’assessore alla Cultura Enzo Laforgia raccontando come da Palazzo Littorio sia divenuto l’attuale Questura con i vari accadimenti iniziati con il fascismo per arrivare ai giorni nostri. Una bella ed educativa lezione di storia.

Una mostra resa possibile anche grazie a finanziamenti privati come il contributo della Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e di De Molli Giancarlo Industrie S.p.a, e con il patrocinio del Comune di Varese, la Provincia di Varese e l’associazione Varese Vive.

L’intervento conclusivo é stato quello del sindaco Davide Galimberti il quale,

Foto d’epoca di Palazzo Littorio

scherzando, ha evidenziato come alcuni siano rimasti perplessi nel sapere che un sindaco del Pd e iscritto all’Anpi, potesse patrocinare una mostra simile con evidenti richiami al fascismo, seppur del Ventennio, quello che d’altronde fa parte della storia del nostro Paese «Penso che oramai siamo pronti a fare conoscere anche questi luoghi cosí importanti a livello storico, ora divenuti baluardi della legalitá garantendo i nostri valori democratici. Tutelare questi valoti storici e artistici é una nostra responsabilitá».

Tra i numerosi presenti anche il Prefetto Salvatore Pasquariello, alcuni consiglieri comunali e provinciali cosí come il neo parlamentare di FdI ed ex sindaco di Luino Andrea Pelliccini, oggi accompagnato dalla moglie.

Insomma una mostra assolutamente da vedere.

redazione@varese7press.it