VARESE, 21 dicembre 2022-A proposito di turismo, della tassa di soggiorno e dei suoi recenti aumenti dobbiamo dire che ormai è limitativo pensare solo in termini comunali. Forse è limitante persino pensarci in termini provinciali.
Nel mercato attuale, per avere da questi soldi un riscontro positivo che possa rilanciare efficacemente il turismo nella zona pedemontana, o meglio insubrica, bisogna pensare in grande includendo l’Ossola, entrambe le sponde del Lago Maggiore, il sud del Canton Ticino, il Ceresio, Como con l’intero lago e la Valtellina.
Se non vogliamo avere solo turismo di passaggio, dobbiamo presentarci come territorio simile e coeso. Così potremmo convincere il pubblico internazionale a riconoscere la zona delle prealpi come una zona adatta a passarci le ferie.
Una volta che si è capito questo, è chiaro che la tassa di soggiorno o i 50 centesimi di aumento di un singolo comune dovrebbero essere visti come una goccia di un oceano. Sarà
vasto abbastanza da fornire al pubblico un’idea di cosa sia e cosa offre la zona dei laghi del nord Italia?
Dipende da quali benefici può offrire il nostro territorio in ambito turistico.
Nella nostra provincia non ci lamentiamo, ci ha dato una mano persino il covid, mettendo in risalto un modo diverso di fare turismo.
Spazio, verde, sport di tutti i tipi, trekking, passeggiate e piste ciclabili per tutte le gambe, cultura e turismo religioso, aria aperta, musei, 4 siti Unesco, 4 beni del FAI, tanti chilometri di coste lacuali.
Queste sono le caratteristiche più evidenti che possono essere sfruttate per il turismo.
La questione è: abbiamo proprio bisogno della tassa di soggiorno? Anche si, se viene usata nel modo giusto.
I ricavi della tassa devono essere raccolti e spesi con una funzione ben precisa, già certificata dal UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo, che non manchiamo di ripetere qui:
“Turista è chiunque viaggi in paesi diversi da quello in cui ha la sua residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese del paese visitato.
In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per: svago, riposo e vacanza; per visitare amici e parenti; per motivi di affari e professionali, per motivi di salute, religiosi/pellegrinaggio e altro”
La tassa di soggiorno è una tassa di scopo e lo scopo deve essere quello di favorire i pernottamenti. Se dobbiamo utilizzarla per altro, come l’ambiente o il commercio, riteniamo giusto che vengano create tasse di scopo imputabili ad altre categorie.
E’ sicuramente da rivedere in ambito nazionale l’intero impianto di questa tassa “turistica” che richiede molto lavoro burocratico dagli operatori alberghieri ed extralberghieri, i quali, oltre al lavoro, devono sopportare i costi della raccolta e del trasferimento del denaro, senza avere rimborsi o benefit.
Revisione si, ma non vorremmo che finisca come la tassa d’imbarco dell’aeroporto, dove i comuni varesini che dovrebbero ricevere dallo stato circa 90 milioni di euro, hanno visto solo le briciole di quanto dovuto.
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