VARESE, 27 dicembre 2022-Da Sky TG24 a European Affairs, da Aska News a Il Sole 24 Ore, passando per Libero Quotidiano, Il Tempo, Paris Move, Rock’n’Blues International Magazine e via via un sacco di altre testate specializzate hanno creduto nella musica e nel messaggio ‘overground blues’ dei Sacromud in questo frullato musicale che amalgama soul, blues, roots music, con il rock, il pop e r’n’b, particolarmente gradito anche da tantissime emittenti radiofoniche che hanno trasmesso nei loro palinsesti i brani di questo ‘Sacromud sound’, annunciato persino come ‘disco dell’anno 2022’ nella classifica del critico musicale Antonio Bacciocchi di Radio Coop.
Per chiudere in bellezza l’anno della consacrazione, martedì 27 dicembre, i Sacromud pubblicano il nuovo videoclip di ‘Exodus’, brano estratto dal nuovo album, dove conficcano la bandiera della propria musica nel sacro fango dei diritti umani. Per i Sacromud la migrazione è un diritto dell’uomo e l’accoglienza doverosa umanità, e così presentano il nuovo brano:
«Exodus è un omaggio a tutte le persone in movimento sopra un pianeta in movimento, è dedicato ai popoli nativi e ai popoli deportati, vittime dello stesso assassino, è il pulsare accelerato di popoli in fuga da guerre e oppressioni, è il cuore che batte contro ogni tipo di discriminazione, è il ponte arcobaleno tra le persone, qualsiasi esse siano.»
Il videoclip è stato realizzato mettendo a confronto due arti antiche e una macchina contemporanea. Le arti antiche sono la musica, quella dei Sacromud, appunto, e l’arte visiva dell’artista e pittore Andrea Grosso Ciponte. La macchina moderna è la controversa e discussa A.I. – artificial intelligence – l’intelligenza artificiale.
Quest’ultima, controllata sempre da Andrea Ciponte, fa da tramite tra Exodus e la visionaria percezione del pittore; l’animazione del video è un trepidante alternarsi di suggestioni che si autogenerano, compenetrano e uccidono a vicenda.
I Sacromud sono gli interpreti del ‘Sacro Fango’ dell’oggi. Nati da un’idea del chitarrista-compositore Maurizio Pugno, proseguono la sua traiettoria tracciata in oltre 35 anni di tour e dischi e generano, attorno alla vocalità calda e graffiante di Raffo Barbi, una vera e propria fabbrica di suggestioni o meglio, quello che loro chiamano overground blues. Il quintetto, completato da Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere) e Riccardo Fiorucci (batteria) costruisce una suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots music, il blues, il rock, l’R&B, il pop ecc., frullati assieme ai suoni delle contraddizioni dei nostri giorni.