Messina Denaro e i rapporti con il Canton Ticino

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VARESE, 17 gennaio 2023- “Non bisogna dimenticare che in Ticino, a Locarno, è nato e cresciuto Giovanni Domenico Scimonelli, successivamente condannato in Italia, nel 2016, proprio per le attività compiute a favore di Messina Denaro, di cui era diventato uno dei fedelissimi, e nel 2018 all’ergastolo, come mandante di un omicidio”. Così Francesco Lepori giornalista della Rsi in un’intervista rilasciata al Quotidiano del Canton Ticino.

“Scimonelli ha contribuito alla latitanza di Messina Denaro svolgendo più compiti: per esempio gli recapitava messaggi, i famigerati “pizzini”, con cui il boss impartiva ordini, anche riferiti al mantenimento della sua famiglia, alla quale Scimonelli provvedeva. Il 55enne si occupava inoltre di altre questioni strettamente economiche: faceva da corriere per il denaro, tra la Sicilia e il Ticino, dove erano stati aperti dei conti, così come aveva creato (è emerso dalle indagini) schermature societarie finalizzate all’ottenimento e all’uso di carte di credito”.

Tutte attività servite a finanziare la latitanza durata 30 anni del boss?

“Certamente. Una latitanza di questo calibro comporta sempre costi enormi. Tanto per la sua durata, quanto per il numero di persone che è necessario coinvolgere. Messina Denaro l’ha finanziata anche attraverso attività a cavallo tra la Svizzera e l’Italia. Per noi è l’ennesima conferma della presenza, quella mafiosa, quasi sempre silente, ma non certo meno pericolosa. Lo dico ogni volta, da noi non si spara, certo, ma perché il ricorso alla violenza creerebbe un allarme sociale che sarebbe da ostacolo alla cura degli interessi economici. La forte vocazione imprenditoriale di Messina Denaro e di personaggi come Scimonelli è stata peraltro fonte di attriti nientemeno che con il “capo dei capi” Totò Riina, che vedeva invece nell’ex pupillo la figura ideale per proseguire con la strategia stragista. Strategia, ricordo, in cui Messina Denaro ebbe un ruolo di prim’ordine, sia nelle stragi del ’92, sia negli attentati commessi l’anno seguente ai danni del patrimonio artistico e culturale italiano”. (fonte rsi.ch)