Busto Arsizio. Gestore di slot machine non versava incassi alla concessionaria: denunciato per frode allo Stato

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VARESE, 6 febbraio 2023-Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Varese nei giorni scorsi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva, con il conseguente divieto per mesi dodici di contrarre con la Pubblica Amministrazione nei confronti di un cinquantaquattrenne bustocco per essersi, in qualità di incaricato di pubblico servizio, appropriato del denaro pubblico di cui aveva il possesso per ragioni di servizio.

Al soggetto sottoposto alle indagini, con la direzione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, è stato altresì notificato un decreto di sequestro preventivo “per equivalente” finalizzato alla confisca del denaro e dei beni intestati allo stesso, fino a concorrenza della somma di 707.000€, quale profitto del reato di peculato.

A tale provvedimento giudiziario è giunto il GIP presso il locale Tribunale, valorizzando il carattere seriale e reiterato delle condotte e il carattere assolutamente elevato e ingente degli importi oggetto di appropriazioni.

I finanzieri del Gruppo di Busto Arsizio hanno ricostruito il modus operandi dell’indagato il quale, nella sua veste di amministratore unico di una s.r.l. di Busto Arsizio, era gestore, per conto della società concessionaria per la gestione dei giochi autorizzati in Italia, dell’attività di gioco presso vari esercizi commerciali, con il compito di raccogliere gli incassi e riversarli all’Amministrazione monopoli per la parte di competenza. In particolare, le indagini hanno permesso di appurare che, a seguito delle operazioni di prelievo delle giocate – cosiddetto “scassettamento” – delle slot machine, ometteva il versamento alla concessionaria.

La quantificazione del dovuto per complessivi 707.000 € da parte del Gestore è stata determinata sulla base di un calcolo effettuato dai “contatori” per le AWP (new slot) e i “BET” per le VLT (videolottery).

In ragione dei suddetti mancati versamenti è intervenuta anche una sospensione dell’esecuzione dei giochi attraverso il blocco da remoto delle macchine e, per effetto della diffida della società concessionaria, i rapporti contrattuali intercorrenti tra le due società sono stati risolti per inadempimento del gestore.

Dalle indagini di polizia economico finanziaria è emerso come l’indagato avesse uno stile di vita altamente sopra le proprie possibilità, disponendo di macchine di grossa cilindrata, frequentando locali e giocatori di calcio di squadre di serie A e recandosi spesso a vedere partite di calcio allo stadio. Possedeva inoltre una villa in Sardegna ed amava frequentare i casinò.

Al termine delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro 1 appartamento di pregio e relativo box di pertinenza,  3 terreni, quote di capitale di una società, disponibilità finanziarie giacenti su 5 conti bancari, per un valore complessivo pari a circa mezzo milione di euro.

Il Giudice del riesame, nell’ordinanza di rigetto del ricorso proposto dall’indagato con la richiesta di dissequestro, ha evidenziato la correttezza della ricostruzione effettuata dai finanzieri ponendo in evidenza la sistematicità dell’illecito, sussistendo da un lato i gravi indizi di reità dall’altro le esigenze cautelari nei confronti del patrimonio quale garanzia erariale.

L’odierna attività evidenzia, ulteriormente, il perdurante impegno della Guardia di Finanza nella salvaguardia dei bilanci pubblici garantendo efficienza nella gestione delle risorse attraverso il contrasto alle gravi forme di reato contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività risorse pubbliche, incidendo pesantemente anche sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini.

Si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.