”Bisogna cambiare la Sanitá in Lombardia”: riuscito dibattito organizzato a Varese con i candidati Astuti, Farioli, Dell’Erba e Musolino

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Farioli, Dell'Erba, Musolino, Astuti

VARESE, 8 febbraio 2023-di GIANNI BERALDO-

Chi si attendeva un incontro dalle forti tinte politiche con protagonisti a infervorarsi su temi importanti, si é trovato invece al cospetto di quattro candidati al Consiglio regionale che hanno dibattuto sulla Sanitá lombarda offrendo il loro punto di vista in modo pacato, ma soprattutto proponendo idee e proposte concrete su cosa e come cambiare buona parte della riforma sanitaria approvata nel 2021, poi rivista lo scorso mese di maggio per alcuni passaggi lacunosi contestati dallo Stato.

Insomma un dibattito pubblico interessante quello organizzato oggi pomeriggio dalla Cgil, Cisl e Uil presso il Circolo Cooperativa di Varese,  che vedeva come ospti Luigi Farioli in rappresentanza del Terzo Polo (Azione e Italia Viva); Romana Dell’Erba di Fratelli d’Italia quindi per il centro destra; Samuele Astuti, consigliere regionale uscente del Pd  (per centrosinistra con M5S) e Giuseppe Musolino in rappresentanza di Unione Popolare.

Candidati che per oltre un’ora hanno risposto alle varie domande poste da diversi rappresentanti sindacali che si sono susseguiti a ogni tornata di questioni.

Al termine possiamo dire come tutti i candidati fossero d’accordo sul fatto che questa legge regionale sulla Sanitá fa acqua e pertanto andrebbe rivista soprattutto per quanto attiene la medicina territoriale e liste di attesa, tra le principali note dolenti della gestione Attilio Fontana in ambito sanitario.

«Sono un vecchio della politica, quello che penso io da liberale e cristiano é che non vi può essere lo smantellamento della sanità pubblica, diverso invece il concetto della governance e gestione dei servizi», dice  Gigi Farioli «Sono favorevole che profit no profit partecipino alle attivitá sul territorio e sono inorridito di come è stata gestita la sanità pubblica in Lombardia in questi anni. E’ criminale che il governo non abbia accettato di investire 38 milioni di euro del pnrr per investire sulla sanità pubblica».

L’ex sindaco di Busto Arsizio nonché presidente della Provincia e Consigliere regionale, sulla carenza dei medici di medicina generale sostiene che «è un tema centrale ma non solo di governance regionale ma della politica nazionale. Su questo ho discussso a lungo con Letizia Moratti. Apprezzo il discorso delle case di comunità peró si è guardato alle strutture ma non alle professionalità dei vari professionisti.Valorizzare anche questa figura anche in una logica funzionale ed economica».

Sulle case di comunitá Romana Dell’Erba evidenzia come « i medici di medicina generale hanno come fattore comune quello di non risolvere solo i bisogni primari, bisogna erogare una  seconda tranche di fondi che deve dare risposte a queste vitalità delle case territoriali. Dovessi essere eletta punterei sulla maggiore digitalizzazione come ad esempio incrementare il fascicolo unico sanitario partendo dal medico di famiglia con tutti i vari professionisti». Per Giusppe Musolino la cura a livello territoriale non puó essere vista senza pensare ad assumere personale dedicato « mi sembra inaccettabile parlare di case o ospedali di comunità senza tenere conto della carenza di personale, vi deve essere una gestione esclusivamente pubblica delle case di comunità con rappresentanti dei municipi e distretti. Oltre alla rappresentanza della popolazione come associazioni di volontariato, del terzo settore»

Su questo argomento Samuele Astuti dice «purtroppo la carenza strutturale del personale sanitario è ancora importante. Regione lombardia soffre più di altre regioni la carenza di medici di medicina generale. A oggi ne mancano circa 1200 e ne abbiamo attualmente 6500. In Lombardia la Sanità territoriale non esiste e la stessa viene sempre più scaricata sui medici di medicina  generale i quali devono anche dedicare circa il 40% alo stilare pratiche amministrative (in Emilia Romagna ad esempio solo il 10%). Sono preoccupato perchè queste inaugurazioni di case vuote che rischiano di minare la fiducia dei cittadini»

Altro tema importante quello delle liste di attesa dobe la rappresentante di Fratelli d’Italia rimarca come «l’evoluzione è ragionare nel potenziamento delle case di comunitá facendole diventare multidisciplinari, aggiungendo un attore fondamentale come terzo settore sempre presente sul nostro territorio oltre a tanta digitalizzazione».

Attivare un’agenda unica regionale pubblica é la proposta di Musolino «perchè la tragica realtà è che solo che chi può pagare ha la certezza di avere prestazioni in tempi rapidi. Ogni 100 tentativi di prenotazione poi 28 si sono rivolti al privato. Alle vecchie povertà si aggiungeranno sempre più anche quelle nuove e il ritardo della diagnosi aggrava la situazione del paziente così come le casse pubbliche».

«Oggi abbiamo milioni di prestazioni che vanno oltre ai tempi di attesa previsti» incalza Astuti che aggiunge« Prestazioni che a un certo punto vanno in mano al privato accreditato oltre a incentivare ancora di più i direttori generali con 110% . Abbiamo diritto alle cure senza essere discriminati a livello economico».

Per Farioli le liste di attesa é il tema drammatico del fallimento della gestione sanitario pubblico della Lombardia. «le liste di attesa purtroppo inibiscono solo le liste di attesa pubbliche. Il tema delle liste di attesa va governato con un sistema di incentivi e disincentivi con un portale unico».

Tra le domande epiú interessante quella dei medici a chiamata detti comunemente ‘gettonisti’. Su questo Musolino non ha dubbi «sono semprepiú convinto che si vada sempre in quella direzione: favorire il privato a dispetto del pubblico. E questo favorito da tutti i partiti che oggi siedono in Regione».

Di assurditá nell’assumere medici gettonisti ne parla Farioli che reputo assurdo che ospedali pubblici siano arrivati a questa situazione per carenza di personale «se la politica degli ospedali lombardi é questa allora il paziente é considerato solo merce da gestire».

Una soluzione ci sarebbe secondo Dell’Erba, quella di incentivare le risorse con valorizzazione dei ruoli, della professionalitá e con incentivi economici.«Senza dimenticare un importante supporto psicologico del quale pcohi ne parlano».

Qualche numero in tal senso lo snocciola Astuti «per riuscire a riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato ci vogliono dieci anni iniziando ora ad attivarsi pe ril cambiamento. Per debellare la carenza di personale attivare politiche utili di anni ne richiedono cinque. Il sistema a gettoni ancora una volta mette in luce l’incapacitá del sistema. Siamo noi la politica e siamo noi che dobbiamo gestire diversamente questa situazione».

L’ultima domanda ha riguardato la prevenzione vista come primo atto di cura e come tale deve essere portata al centro della discussione politica.

Anche in questo caso i quattro candidati non hanno lesinato nell’offire risposte convincenti alla numerosa platea. «la carenza della cultura dell’investimento, quella indispensabile per investire sulla medicina territoriale», sottolinea Farioli. E di investimenti anche strutturali ne parla Dell’Erba «bisogna realizzare in breve tempo e case di comunitá per attuare al meglio la medicina territoriale. Il concetto prevenzione sui territorio potrebbe abbattere gran parte dei costi sanitari in Lombardia».

Se Musolino sul tema prevenzione si scalda rilevando come «sul tema del regionalismo si puó ragionare magari rivendendo le competenze, ma certamente non sulla Sanitá», Astuti punta l’indice ancora una volta sulla ‘disgraziata’ riforma elettorale targata Rizzi-Maroni che hanno di fatto spostato la prevenzione negli ospedali pagandola pure male «questo ha portato a dimezzare la prevenzione nella sanitá lombarda, complice il fatto di scelte scellerate come privatizzare le rsa in alcuni, punto di riferimento importante, in alcuni casi vendendole pure a soggetti stranieri come accaduto a Varese».

direttore@varese7press.it