VARESE, 24 febbraio 2023- di GIANNI BERALDO-
In questa triste ricorrenza che ricorda l’inizio della guerra in Ucraina con l’invasione da parte dell’esercito russo avvenuta esattamente un anno fa, in tutta Europa milioni di persone sono scese in piazza per dire basta a questa guerra così come decine di altri conflitti sparsi per il globo. Ora è tempo che si torni a parlare di pace.
In tal senso un messaggio forte arriva anche da Varese, dove questa sera a partire dalle 18.30 circa trecento persone (inzialmente sotto las pioggia caduta abbondatemente per quasi mezz’ora) si sono date appuntamento in Piazza Montegrappa, cuore della città da dove si è poi dipanato un lungo corteo che hanno percorso le vie principali del capoluogo, con i partecipanti ‘armati’ di sole fiaccole.
Tra loro anche alcuni giovani studenti ucraini (studiano alla Scuola Europea) avvolti dalla bandiera ucraina costituita dai caratteristici colori giallo e blù che tutti noi abbiamo imparato a riconoscere.
<<Io sono di Kiev e ovviamente sono preoccupato per quanto sta accadendo nel mio paese
dove sono rimasti i miei parenti. Sono contento che i varesini abbiano risposto in questo
modo per la pace e contro una guerra così brutale voluta dalla Russia>>, ci dice il giovane Karil accompagnato da Natal, anch’essa studentessa che ancora ha difficoltà a capire l’italiano ma che ci spiega che anche lei arriva da Kiev ma i suoi parenti sono di Mariupol. A Natal chiediamo cosa pensa di Putin <<E’ meglòio che non esprima giudizi su quella persona>>, sottolinea arrabbiatissima.
Manifestazione organizzata da diverse associazioni come Rete Varesse Senza Frontiere, Anpi, Donne in Nero, Casa delle Donne Anna and Riulo di Gallarate, Un’altra Storia e molte altre, tutte accomunate dala ferma volontàa di fare cessare le armi e far parlare la diplomazia.
Durante la faccolata anche qualche slogan contro la Nato, oppure canzoni per la pace. Il piccolo drappello di ucraini invece hanno ricordato il loro paese ineggiando l’oramai ‘famoso’ motto “Slava Ucraina”.
Un corteo eterogeneo composto da gente di tutte le età, compresi interri nuclei familiari, sensibili a certe tematiche ma soprattutto coscienti che qualcosa bisogna fare e scendere in piazza a manifestare è già un bel segnale.
Parlando di segnali questa sera ne abbiamo trovati anche di sonori. Come un gong tibetano che ha scandito l’avvio del corteo, riecheggiando poi, ogni tanto, anche
durante la manifestazione.
Gong originale portato da un rappresentante della comunità tibetana residente a Varese.
Ecco, la multietnicità: un altra bella sorpresa vista questa sera con partecipatnti africani, asiatici e altre nazionalità segnale inequivocabile che la pace non prevede barriere, confini o restrizioni linguistiche. E Varese questa sera in tal senso qualcosa ha insegnato.