VARESE, 13 marzo 2023-Sabato 18 marzo, in occasione della giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, aprirà ufficialmente la mostra “Intensive Care Shots, Pandemia 2020-2022” in esposizione a Villa Mirabello a Varese fino al 29 marzo 2023. Si tratta di una collezione di scatti fotografici inediti e toccanti, realizzati durante gli anni più tragici della pandemia dagli anestesisti rianimatori Silvio Zerbi, Davide Maraggia ed Alessandro De Martino. I tre medici hanno immortalato quanto vissuto nelle terapie intensive dell’Ospedale di Circolo di Varese catturando momenti di ordinaria straordinarietà: attimi di lotta, di difficoltà e di sconforto alternati a resilienza, lavoro di squadra e generosità che hanno permesso di curare oltre 500 pazienti critici Covid positivi.
“La mostra è un racconto realizzato attraverso scatti inediti che fotografano una delle pagine più difficili della nostra storia recente – spiega il sindaco Davide Galimberti -, e lo fa attraverso immagini che restituiscono in modo forte e diretto l’esperienza delle donne e degli uomini che hanno vissuto in prima linea quei momenti. Tra chi lottava per sopravvivere e chi compieva ogni sforzo possibile per salvare le vite delle persone colpite dal virus. Varese dunque, attraverso questa mostra, vuole ricordare con immensa gratitudine chi in quei giorni compieva ogni genere di sforzo per prendersi cura delle persone colpite dal covid”.
“Questa mostra è importante per diversi aspetti – commenta il Commissario straordinario di ASST Sette Laghi, Giuseppe Micale – Innanzitutto, ricordare quello che è stato è doveroso per le vittime del covid. Raccontare, attraverso queste fotografie, l’impresa compiuta da ASST Sette Laghi durante l’emergenza è inoltre un modo per rendere onore ai nostri professionisti, che quell’impresa hanno permesso e compiuto. C’è poi un altro piano ancora: ripercorrere quei momenti drammatici ci esorta a farne tesoro, a mettere a frutto i preziosi insegnamenti che quell’esperienza ci ha offerto. È nostro dovere ricordare, è nostro dovere ringraziare, è nostro dovere dimostrare di avere imparato”.
La mostra è organizzata dal Comune di Varese con il patrocinio di ASST Sette Laghi e AAROI EMAC, Associazione Anestetisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica. L’inaugurazione sarà il 18 marzo alle ore 10.00 nel Salone Estense del Comune di Varese alla presenza delle autorità istituzionali e dell’ospedale. Saranno presenti infatti il sindaco di Varese, Davide Galimberti e il Commissario straordinario ASST-Sette Laghi, Giuseppe Micale. I contenuti della Mostra poi saranno illustrati da Silvio Zerbi, Anestesista Rianimatore. Terapia Intensiva, Varese, Guido Bonoldi, Consigliere comunale con delega alla Sanità, Luca Cabrini. Università degli studi dell’Insubria. Direttore Anestesia e Rianimazione Neurochirurgica e Generale. Spazio anche per le testimonianze dalla prima linea con Davide Maraggia, responsabile Terapia Intensiva Generale, l’infermiera Maria Ballerio e Marco Fornaroli, uno dei pazienti della terapia intensiva. Alla fine della conferenza ci si sposterà a Villa Mirabello per la visita alla mostra.
“Intensive Care Shots è un omaggio a tutti gli operatori sanitari che in questi anni difficili hanno fatto del bene senza comparire”. Questa la dedica che la mostra dona a tutto il personale medico e ospedaliero attraverso le immagini del lavoro svolto dalle Terapie Intensive di Varese durante le ondate pandemiche da Covid-19 negli anni 2020-2022.
“Il 29 Febbraio del 2020, con il ricovero in rianimazione del primo paziente critico colpito da Coronavirus, iniziò la prima ondata pandemica – dichiara il dottor Silvio Zerbi -, una marea che presto divenne tsunami. Il Sistema sanitario Italiano affrontò il momento più difficile dal dopoguerra ad oggi e fu una battaglia per la vita alla quale nessuno era preparato ma dalla quale nessuno si tirò indietro. Intensive Care Shots racconta questo, parla di abnegazione e di resilienza, di successi e di fallimenti, onora la memoria di chi non ce l’ha fatta e rende omaggio a chi il virus l’ha combattuto in prima linea, persone normali che hanno fatto cose straordinarie”.