MILANO, 14 marzo 2023-Fotografie, manoscritti e dattiloscritti di opere edite e inedite, documenti personali e famigliari, migliaia di ritagli di giornale e una fittissima corrispondenza, intrattenuta con i più grandi rappresentanti della letteratura e della cultura del Novecento, da D’Annunzio a Croce, Monicelli e Moravia. È questo il contenuto dell’archivio del giornalista e scrittore Orio Vergani, acquisito recentemente dal Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano.
La collezione costituisce una ricca testimonianza dell’attività giornalistica e letteraria di Orio (propriamente Vittorio) Vergani (Milano, 1898-1960), nonché della sua influenza nel panorama culturale del secolo scorso. Il valore del fondo, prima ancora che nei singoli pezzi spesso di grande interesse, sta nell’insieme della documentazione di un percorso sia umano che professionale, strettamente legato alla storia d’Italia e in particolare della città di Milano, soprattutto nell’ambito dal teatro alla narrativa, dalla fotografia al giornalismo, dalla cronaca allo sport. del rapporto tra letteratura, giornalismo e società negli anni del fascismo, ma non solo.
Orio Vergani fu personalità poliedrica e dal talento multiforme, che estese la sua attività dal
L’archivio Orio Vergani, donato ad Apice dai nipoti insieme alle carte dei figli Guido e Leonardo, costituisce una nuova opportunità di studio, in controtendenza con la modesta tradizione critica che riguarda i grandi giornalisti come lui, che invece meritano di essere studiati in modo approfondito per avere finalmente una visione complessiva della cultura non solo scritta del Novecento.
IL FONDO ORIO VERGANI AD APICE
Cospicua è la sezione dedicata all’attività giornalistica, dagli esordi a Roma nel 1917, nella redazione della rivista “Avanscoperta” e poi al “Messaggero della domenica”, agli anni al “Corriere della Sera”, dove lavorò dal 1926, tranne una breve pausa, fino alla morte, e dove si distinse, tra l’altro, sia come inviato speciale (nell’archivio ci sono foto e documenti relativi alle sue numerose spedizioni in Africa) che come cronista sportivo (dal 1927 seguì ogni anno il Giro d’Italia e dal 1932 anche il Tour de France).
Eccezionale rilevanza hanno poi i carteggi custoditi nell’archivio, dal momento che Vergani conservò la corrispondenza intrattenuta con personalità quali Dino Buzzati, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Giovanni Gentile, Giuseppe Giacosa, Arturo Martini, Raffaele Mattioli, Mario Monicelli, Alberto Moravia, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, e poi gli editori Bompiani, Corbaccio, Longanesi e Treves.
Nel fondo sono presenti anche documenti riguardanti altre attività di Vergani: ad esempio quelli sul Premio Bagutta, di cui fu tra i fondatori nel 1926, o sull’Accademia italiana di cucina, di cui fu presidente dopo averla fondata nel 1953, o ancora bozze e dattiloscritti relativi alle trasmissioni radiofoniche (per Radio Svizzera).