VARESE, 22 marzo 2023- di GIANNI BERALDO-
Non poteva che concludersi così la vita terrena di Renato Bertossi, con una lunga jam session (oltre un’ora) con diversi jazzisti ad alternarsi sul palco del Tempio Crematorio del cimitero di Giubiano (alle tastiere Luca Fraula in quasi tutti i brani), dov’era collocata pure la bara protetta da un grande contenitore trasparente.
Una cerimonia laica svoltasi oggi pomeriggio alla presenza di musicisti, promoter e tanti amici ognuno con il proprio ricordo di una persona sicuramente speciale (e per questo particolarmente amato e apprezzato), che ha proferito il verbo della musica di qualità, soprattutto musica jazz, in tutta la provincia di Varese ma non solo.
<<Qualche anno fa mio padre mi disse che il suo funerale non fosse una giornata triste ma che dovesse divenire una sorta di festa accompagnata dalla musica. Ecco, così abbiamo deciso di organizzare questa cerimonia con tanta musica jazz suonata dai ‘suoi’ musicisti e per questo ringrazio tutti loro così come questa grande partecipazione, segno che papà ha sicuramente lasciato qualcosa d’importante a tutti noi>>. Così il figlio Emiliano presentando la cerimonia dando poi via al primo brano musicale suonato da un jazz quartet di qualità.
Il jazz è improvvisazione e così è stata pure l’intera cerimonia che non ha seguito un preciso canovaccio con amici che si alternavano sul palco spontaneamente, tra un brano e l’altro, ricordando la figura di Renato.
Come Dario Paini, sassofonista dei Capric Horns (la sezione fiati del Distretto 51), che ha conosciuto Bertossi fin da giovanissimo frequentando il mitico locale Splasc (h) di Induno Olona. Paini che lo ha salutato per l’ultima volta rivolgendosi sia alla platea che verso la bara, ricordando due aneddoti molto divertenti che riflettevano bene la personalità di Renato.
Gli ultimi brani di questa jam sono stati ad appannaggio della cantante varesina Giusy Consoli, che con Bertossi ha sempre avuto un feeling artistico di lunga data dando vita ad una inossidabile amicizia.
Parole commosse pure da parte di altri musicisti o semplici amanti della musica jazz, molti dei quali hanno scoperto questo genere musicale proprio grazie alle numerose iniziative create e organizzate da Renato. Tra i presenti anche diversi giovani che con Bertossi avevano instaurato un legame particolare <<lui era sempre attento a tutto ciò che sapeva di novità dando spazio e possibilità a tutti indipendentemente dal genere musicale proposto. Lo ricorderemo per sempre>>, ci dicono alcuni di loro.
Una cerimonia dall’aria certamente non dimessa, proprio come lui avrebbe voluto. In questo caso forse anche aiutato da un giornata quasi estiva che ha permesso a molti partecipanti di radunarsi all’esterno del Tempietto creando una sorta di simpatico happening tra artisti, molti dei quali non si vedevano da anni, disquisendo di musica e ricordando la figura di Renato e la sua valenza. Soprattutto sotto il profilo umano.