VARESE, 17 giugno 2023-di GIANNI BERALDO-
Quale la salute attuale del Lago di Varese? E quale il su futuro? Domande solo apparentemente banali ma che richiedono delle riflessioni importanti, alle quali possiamo rispondere certamente con un certo rigore scientifico confutato da studi e messa in opera di vari progetti che di fatto stanno dando i loro benefici effetti.
Domande che, aldilà della scienza studi ambientali, richiedono anche risposte di tipo
etico e, lasciateci dire, pure di grande amore e passione di tutti i varesini per il proprio lago, martoriato per decenni da incuria e inquinamento e che ora lentamente si sta riprendendo (sempre più ampie le aree rese balneabili a partire dall’estate scorsa).
Tra le tantissime persone che amano il proprio lago troviamo Dorothea Dietz, dal cui nome si evince che non è propriamente originaria di Varese, ma nella Città Giardino si è trasferita da molti anni proveniente dal Sud Tirolo, parte austriaca.
<<Mi sento varesina a tutti gli effetti e questo lago, che si trova in un bellissimo contesto tra valli e monti, fa parte della mia vita. E’ stato amore a prima vista ed era un peccato vederlo morire così>>, dice Dorothea durante l’intervista che ci ha rilasciato prima di iniziare un interessante incontro pubblico intitolato ‘Il valore del lago: scienza, tecnologia, economia e governance dialogano su un futuro possibile del Lago di Varese’, svoltosi oggi alla sala convegni di Villa Recalcati sede della Provincia a Varese.
Appuntamento organizzato dall’associazione varesina Save Lake Varese (www.savelakevarese.org), fondata nel 2019 proprio dalla Dietz con un numero di iscritti in crescita.
Tra questi molti giovani, particolarmente interessati e motivati quando si parla di temi ambientali, forse uno dei pochi ambiti dove le nuove generazioni sono disposti a mettersi in gioco. D’altronde ne va del loro futuro ma anche del nostro oserei dire, considerato la velocità con la quale sta avvenendo un radicale cambio climatico e ambientale.
<<Amo tantissimo la natura che rispetto a prescindere. Laghi compresi ovviamente. Per questo ho deciso di fondare questa associazione, un’idea nata durante uno dei miei frequenti giri in bici sulla ciclopedonale del lago rimanendo colpita da queste acque sempre così inquinate. Allora mi sono detta che dovevo fare qualcosa, da qui l’idea dell’associazione>>, aggiunge la Dietz contenta di vedere tanta partecipazione da parte dei giovani.
Incontro moderato dal giornalista Mattia Andriolo che ha visto la presenza di diversi relatori come Andrea Lami, ricercatore presso il Cnr-Irea (Istituto di ricerca sulle acque) che sottolinea come <<Rispetto ad altri laghi, Maggiore compreso, quello di Varese è un lago in un contesto urbano dove prevalente è l’aspetto ricreativo. Lago che si è sempre caratterizzato per una ricchezza di pesci e produzione ittica, aspetto un po’ particolare che sicuramente verrà seguito anche nei prossimi anni dalle azioni che verranno promosse per la salvaguardia del lago>>.
Il lago di Varese è davvero unico con caratteristiche che non consentono però di avere quella limpidezza tipica di altri laghi <<in effetti è un lago poco profondo e quindi non sarà mai un lago tipo quelli alpini con le acque trasparenti fino al fondo. Migliorerà sicuramente ma ha delle sue peculiarità che vanno rispettate>>.
Interessanti pure gli interventi di altri ‘tecnici’ tra i quali Roberto Cenci, esperto ambientale in Regione Lombardia; Mariano Bresciani, ricercatore Cnr-Irea sede di Milano; Paolo Foa, ingegnere specialista nel trattamento acque reflue; i consiglieri regionali Paolo Romano e Samuele Astuti; Paola Belli, ricercatrice alla Università Bocconi di Milano e Claudia Sorlini, biologa ricercatrice e docente universitaria.
In programma anche i saluti istituzionali in presenza da parte del presidente della Regione Attilio Fontana che non si è presentato per altri impegni concomitanti.