VARESE, 21 agosto 2023-C’è una lunga storia alle spalle di Ribadavia, divenuta capitale del regno di Galizia ai tempi del re Don García, che qui stabilì la sua corte intorno al 1065. Celti, Romani, Arabi e così anche Cristiani ed Ebrei, furono attratti da queste magnifiche terre, soprattutto grazie a quello che ancora oggi è ritenuto uno dei loro migliori frutti e risorse: il vino Ribeiro, un prodotto particolarissimo e ricercato che viene decantato, oggi come allora, per le sue quattro virtù: vigore, profumo, colore e sentori. Fortezze, castelli, case signorili e monasteri ricordano i tempi più splendidi, nel Medioevo, quando la convivenza – e i buoni affari – tra cristiani ed ebrei regalarono un periodo di grande ricchezza alla regione.
Per diversi secoli cristiani ed ebrei hanno vissuto in armonia a Ribadavia – “burgo in rippa Avie”, la città sulle rive dell’Avia – e hanno persino combattuto insieme per difenderla durante l’invasione dei soldati inglesi del Duca di Lancaster alla fine del XIV secolo. Gli abitanti del quartiere ebraico dimostrarono particolare tenacia nel difendere le mura della Maddalena e di Porta Nova, nonostante le loro case fossero state rase al suolo dalle truppe straniere. Ma questa convivenza terminò con la promulgazione, nel 1492, dell’Editto di Granada da parte dei re Isabella e Ferdinando: quando gli ebrei furono costretti a scegliere tra la conversione al cristianesimo e l’esilio. La maggior parte di loro optò per la conversione, anche se alcuni fuggirono in Portogallo.
Di quei bei tempi rimane il quartiere ebraico di Ribadavia, in Galizia, dichiarato monumento nazionale; fa parte della Rete dei quartieri ebraici spagnoli, composta da una ventina di città che li mantengono nella loro forma originale abitati dai sefarditi.
L’antico quartiere ebraico conserva l’antica rete labirintica che lo caratterizzava, intorno alla Plaza Mayor, alla Porta Nova, alla Praza da Magdalenala e all’antica Rúa de Xudería – che in seguito divenne Rúa de la Cruz e oggi è la Rúa Merelles Caula, dall’inconfondibile aspetto medievale, che era il centro del quartiere ebraico – e al Pazo de los Condes de Ribadavia, un bell’edificio del XVII e XVIII secolo che ospita il Centro di Informazione Ebraica della Galizia. Un insieme di stradine strette dall’atmosfere medioevale, piene di piccoli dettagli e ornamenti che ci ricordano dove siamo: stelle di Davide scolpite sulle facciate, menorah, lettere ebraiche… e usanze millenarie. Ci sono persino alcune panetterie che producono ancora dolcetti ebraici utilizzando le antiche ricette di una volta.
Una festa con 30 anni di storia
Ma senza dubbio ciò che meglio ricorda quei tempi di convivenza e armonia è “La Festa da Istoria”, una celebrazione che si tiene l’ultimo sabato di agosto da oltre trent’anni, una delle feste storiche più antiche della Galizia. È un evento dichiarato di interesse turistico nazionale ma aspira a diventare internazionale; è membro fondatore della Federazione Spagnola di Festival e Ricreazioni Storiche e attualmente fa parte anche della Federazione Europea di Festival Storici. Durante il fine settimana il centro storico si trasforma nello scenario di questa festa unica che ricrea l’atmosfera ebraica del Medioevo. Questa straordinaria celebrazione, nota fin dal 1693, è una grande attrazione e vede l’entusiasta partecipazione della maggior parte dei cittadini. La gente si veste con costumi antichi tradizionali, cavalieri e burattinai passeggiano per le strade, viene ricreato un matrimonio ebraico e i maestri artigiani offrono le loro opere al mercato delle pulci, nel tentativo di ricreare al meglio l’atmosfera dell’epoca. Tra gli obiettivi fondamentali di questo festival c’è il recupero delle tradizioni ancestrali e storiche che hanno fatto parte della regione e della sua storia.
L’organizzazione è davvero completa, con vari e numerosi eventi che ricreano l’atmosfera di sei secoli fa. Il primo di questi è la sfilata, l’atto di apertura della Festa da Istoria e l’attività più spettacolare e multiforme. Il “Re” è accompagnato in modo ordinato dai suoi cavalieri a cavallo, dal capo falconiere e dal paggio che porta la spada. La Regina marcia qualche passo più indietro, accompagnata dalle sue fanciulle e dalle donne importanti del regno. Dietro la Regina c’è l’Adelantado Mayor del Regno di Galizia, anche Signore di Ribadavia, che appare accompagnato dai suoi cavalieri a piedi; la rappresentanza ecclesiastica è guidata dal Vescovo di Tui, da diversi ordini religiosi e da altri membri della chiesa. I notabili della storia, i membri del governo cittadino e i difensori (soldati e arcieri) della fortezza di Ribadavia e delle sue mura hanno una posizione di rilievo. Il seguito è accompagnato da falconieri, scacchisti, acrobati, giocolieri, diversi gruppi di animazione di strada e le persone che chiudono la sfilata. Il percorso si svolge lungo la via principale della città e termina al Castello Sarmiento, dove il Re, la Regina e il Sindaco Adelantado del Regno di Galizia hanno i loro troni pronti per iniziare gli atti della storia.
Tra gli eventi più colorati ci sono i tornei medioevali, sorti intorno all’anno 1060; erano competizioni tra gruppi di nobili e cavalieri che formavano due piccoli eserciti e in cui potevano ottenere grandi fortune o essere totalmente rovinati; la ricreazione a Ribadavia si distingue per essere sfarzosa e variopinta.
Spettacoli teatrali
All’interno dell’Istoria, nello spazio dell’auditorium, si alternano due opere teatrali, “O Malsín” e “Endiañada”, ognuna delle quali rappresenta una parte reale della storia di Ribeiro e della sua capitale, Ribadavia.
Nel “Malsín” viene rappresentata una storia sull’Inquisizione, in cui un uomo denunciò la sua famiglia, compresa la madre, di essere giudaizzante, facendo intervenire l’Inquisizione che, dopo diverse indagini, condannò otto cittadini. I testimoni si rivelarono poi falsi, così il popolo uccise l’accusatore e l’Inquisizione lo dichiarò eretico; le sue ossa furono dissotterrate e bruciate.
L’opera teatrale “Endiañada” racconta invece un’altra parte della storia, quando il signore di Ribadavia fu imprigionato da Pedro Madruga e sua moglie volle formare un esercito per liberarlo ma il popolo si rifiutò. Ciò provocò l’aumento delle tasse e l’incatenamento dei personaggi di spicco del paese, tra cui il sindaco di Ribadavia; il popolo in rivolta allora imprigionò la contessa trascinandola per le strade fino alla morte e il sindaco fu nuovamente reintegrato come principale autorità del paese.
Altre celebrazioni hanno un carattere più festoso, come il tiro con l’arco, gli scacchi viventi giocati da ragazzi e ragazze che indossano un cappuccio del proprio colore e che, man mano che sono “mangiati”, vengono tolti dalla scacchiera e messi in anelli di legno, o la Carreira, che consiste nello spingere una botte con squadre di tre persone dalla parte bassa della città fino al traguardo all’ingresso della Praza Maior, dove si trova il Castelo dos Sarmiento. Inoltre, durante la Festa da Istoria de Ribadavia, l’attività di falconeria è un’esibizione spettacolare alla quale partecipano falchi, aquile, astore e gufi reali.
Durante il festival si svolgono numerosi eventi per promuovere l’artigianato o i mestieri scomparsi, mostre di oggetti medioevali, nonché altre attività legate a quel periodo, molte sono dedicate ai più piccoli.
Naturalmente, in una festa come questa e in una terra che si vanta del suo Ribeiro, la gastronomia e i buoni vini sono un must. In tutto il paese si trovano le cosiddette “bodegas de disfrute” (cantine) dove si beve, ma si mangia anche, si chiacchiera, ci si diverte, si canta e si instaurano amicizie tra vicini e visitatori che godono di uno spazio unico e differente da tutto il resto, oltre alle numerose bancarelle di cibi e dolci di origine ebraica. Nell’antica chiesa senza culto della Madalena, si tiene un Pasto Medioevale in cui non mancano prodotti e prelibatezze di comprovato consumo medioevale come pasticci, pesci di fiume, anguille e lamprede, carne di maiale e salsicce, costine, capretto e vitello, seguiti da vari dolci in cui si mescolano torte di castagne e noci con miele, mandorle e marzapane con frutta o ricotta. Il tutto in grande allegria grazie ai vini prodotti con uve torrontés, treixadura, loureira, lado e albariño per i bianchi o i rossi prodotti da sousón, brancellau e caíño. I liquori di frutta e le grappe poi aiutano a evitare l’indigestione e danno conforto ai partecipanti, invitando a concludere il lieto incontro con sorrisi, parole e canzoni. Questo è l’unico evento che ha, logicamente, un costo e che, come ogni cosa al giorno d’oggi, deve essere pagato con la moneta utilizzata durante la Festa, il maravedí, che è obbligatorio utilizzare nelle bancarelle e nei banchi degli artigiani. Ogni anno vengono stampati maravedí in sette tagli.
Un matrimonio ebraico
Forse l’atto centrale di questa convivenza tra cristiani ed ebrei a Ribadavia è il matrimonio ebraico. La cerimonia si svolge sotto un baldacchino chiamato chuppah. L’officiante, generalmente un rabbino, era colui che sposava la coppia. Dopo la cerimonia, lo sposo rompeva la coppa di vino con i piedi, mostrando la sua gioia per il matrimonio. Nell’ambito della Festa da Istoria di Ribadavia, il matrimonio ebraico si limita a una rappresentazione di ciò che era realmente. Questa attività è seguita da centinaia di persone, sia nella cerimonia che nel suo percorso per le vie del centro storico, grazie alla singolarità dei costumi e ai canti sefarditi che ricreano l’atmosfera dell’epoca.
Un buon modo per celebrare la Festa è poi la danza medioevale, in cui il gruppo di ballo “Doñas sin caballeros”, composto da un totale di 50 volontari, mostra la sua arte, che ha preparato per due mesi nella Plaza Mayor di Ribadavia e sul palco dell’Auditorio do Castelo.
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