Ci scrivono: “Organizzare corsi per strutture extralberghiere e B&B in provincia di Varese: qualcuno ci pensa?”

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VARESE, 25 settembre 2023-Buongiorno Direttore,

Nel settore extralberghiero lombardo esistono almeno dieci tipologie diverse di ospitalità che forniscono diversi servizi o che non ne forniscono oltre al nudo affitto.Oggi il maggior traffico turistico varesino si svolge nelle quasi 1500 case vacanza o locazioni, condotte in maggior parte senza partita iva che a partire dal 2010 in poi sono cresciute a doppia cifra ogni anno.I dati ufficiali regionali al 21 agosto 2023 certificano che le strutture extralberghiere in provincia di Varese erano ben 1836 contro 134 alberghi. E’ un pazzesco aumento del fenomeno su cui non è cresciuta parimenti l’attenzione delle istituzioni.

Come Presidente dell’Associazione BBVarese, dopo questa annata particolarmente felice per il turismo del nostro territorio e per il settore extralberghiero, volevo fare il punto con i numeri corretti ed ufficiali della situazione dell’estate in provincia, sulla quale operiamo dal 2011, fungendo da unici prestatori di servizi per la nostra categoria.

Purtroppo ciò non è stato possibile in quanto la registrazione delle presenze è in ritardo a causa delle strutture che non inviano i dati a ROSS 1000, la piattaforma regionale che raccoglie le informazioni statistiche.
L’invio dei dati, a norma della L.R. 27/2015, è obbligatoria e sanzionabile, ma nella legge non viene specificato un termine perentorio per gli invii.Da un punto di vista operativo è molto semplice inserire i dati dei clienti nel momento dell’arrivo degli ospiti perché potrebbe e dovrebbe essere contemporaneo all’invio sul portale Alloggiati Web della Questura, che va fatto subito e che prevede una denuncia penale se non viene fatto.

Nulla di grave, elaborerete i dati appena possibile, dirà lei.

E’ vero, ma…. ma in provincia ci sono ben1300 strutture,che a differenza dei nostri 170 soci, non hanno nessun aiuto su questo e altri problemi,perchénel nostro settore, che in massima parte è senza partita iva,non è facile trovare informazioni corrette su leggi e regolamenti regionali e nazionali.

Non discutiamo sul buon lavoro sulla statistica ora svolto dalla Camera di Commercio, ma ad ogni livello istituzionale manca la volontà politica di organizzare meglio il settore extralberghiero non imprenditoriale. Da anni chiediamo che questo settore, che ormai ha più posti letto degli hotel, venga accettato nelle CCIA in modo consono alla importanza commerciale raggiunta, ma l’unica risposta che otteniamo è: “Non pagate il diritto camerale e quindi non potete farne parte”.

In Italia è ormai assolutamente necessario che le grandi Confederazioni Nazionali e il Sistema Camerale prendano in considerazione le 400.000 aziende familiari italiane che si occupano di extralberghiero senza partita iva, non solo per gli obblighi legislativi e fiscali ai quali siamo già tenuti, ma anche per la partecipazione ai bandi regionali e statali e a tutte quelle facilitazioni che, come bonus, potrebberoportare all’uscita dall’ abusivismo ancora molto diffuso.

Dal Ferro Alfredo

Presidente Associazione BBVarese

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