Ci scrivono: ”Vinceremo perché non odiamo”

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Bandiera israeliana (Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.co
VARESE, 15 ottobre 2023-Sta per arrivare Shabbat, ho pulito casa, mi preparo ad accogliere la mia famiglia, il cibo per la festa è in cottura, le candele pronte per essere accese. Sono colma d’amore.

Le benedizioni e la solidarietà che mi giungono dagli amici rinforzano il mio spirito.

Dal momento in cui abbiamo appreso dell’attacco ad Israele da parte dei terroristi di Hamas non abbiamo mai smesso di pregare, da subito abbiamo contattato tutti gli amici che vivono in Israele e quelli che hanno famigliari che vivono in Israele. Nel corso di questa settimana ogni ebreo in Israele e nella diaspora ha scoperto che almeno un parente o un amico è stato ucciso o è disperso. Ognuno di noi ovunque nel mondo conosce qualcuno che è dovuto partire per combattere.

Siamo un popolo così piccolo che ognuno di noi, passando al Ben Gurion riesce sempre ad incrociare qualcuno che conosce. Pochi nel mondo si rendono conto di quanto pochi siamo, di quanto significativo sia il numero delle persone uccise nel solo 7 ottobre 2023…

Nel corso di questa ultima settimana abbiamo ricevuto immagini ed ascoltato racconti di ciò che è stato fatto in Israele dai terroristi per noi inimmaginabili. Ognuna delle nostre famiglie ha subito la Shoah, ci sono state narrati gli eventi da chi è sopravvissuto, abbiamo visto ciò che è stato raccolto da chi ha liberato i campi di sterminio; così come abbiamo letto i racconti dei pogrom e le uccisioni ed le conversioni forzate… sono oltre 2000 anni che il nostro popolo subisce le peggiori atrocità eppure VIVE.

Il Popolo d’Israele Vive! עַם יִשְׂרָאֵל חַי  lo cantiamo, ballando. Un inno che proviene da Genesi 45, 3. Chi desidera approfondire può cercare, ed ascoltare.

Com’è possibile che Israele sia ancora vivo e soprattutto com’è stato possibile il giorno dopo l’atroce attacco festeggiare Simcha Torah? Ecco le parole di Rabbi Mendy Kaminker :

“Prima di Hakafot , ero sincero con i miei cari membri della comunità. Come possiamo ballare e cantare quando in Israele si sta verificando una tragedia così indicibile ? Come possiamo essere gioiosi? Ma era Simchat Torah . Come possiamo non ballare? Come potremmo non essere gioiosi? Gli ebrei ballavano nei Gulag. Gli ebrei ballavano nei campi di concentramento. Nessuno ci impedirà nemmeno di celebrare Simchat Torah adesso. Abbiamo parlato del fatto che tutti gli ebrei sono come un corpo solo. Quando rendi più sana una parte del corpo, l’intero corpo migliora. Quando danziamo con la Torah a Hackensack, anche i nostri fratelli e sorelle in Israele si sentono edificati. E abbiamo ballato. Abbiamo cantato “Am Yisrael Chai”. Abbiamo cantato “vogliamo Mashiach adesso”. Abbiamo cantato, ballato e cantato ancora un po’.

La mattina dopo, Harry, uno dei membri della nostra comunità, mi ha detto: “Rabbino, mentre ballavamo ieri sera, mi sentivo come se stessimo inviando protezione a Israele!”1

Queste parole risuonano nelle parole di un altro rabbino che venne ucciso dai romani poco prima che questi distruggessero il Tempio e Gerusalemme e costringessero una grande parte del popolo ebraico alla diaspora ed in sfregio a questi cambiassero il nome della Terra d’Israele in palestina.

Paolo di Tarso, che viene definito apostolo delle genti, era un ebreo praticante che non smise mai d’essere ebreo e che attendeva l’imminente ristorno del Messia d’Israele. Nella prima lettera ai Tessalonicesi  scrive: “Siate sempre lieti. Pregate continuamente, e in ogni circostanza ringraziate il Signore. Dio vuole che voi facciate così”.

Ciò che guida l’animo di questi due uomini a distanza di oltre 2000 anni è la stessa fede nel Dio unico d’Israele e la stessa certezza nella venuta del Messia, ciò che guida questi uomini è la gioia profonda che soltanto la fede nel Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davire e Gesù può offrire. Quel Dio che dice al Suo popolo “Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono Santo”.

Una santità che è separazione, offerta, ricerca di perfezione, ovvero scelta costante di non cedere al male ma di compiere la Torah nella sua interezza. Di restare nella fede anche quando sembra impossibile, non lasciarsi mai travolgere dall’odio, resistere alla tentazione dello scoraggiamento e della tristezza. Sapere che le promesse di Dio sono irrevocabili ed eterne.

Soltanto la fede, l’amore per il Signore e per il prossimo sono in grado di sostenere Israele e, con essa, chiunque creda che Gesù è il Messia d’Israele, non può che essere sostenuto dallo stessa forza e con la stessa certezza ed altrettanta forza sostenere Israele.

Il terrorismo che ha colpito Israele, che minaccia gli ebrei in tutto il mondo, che fa strage di cristiani ovunque è al potere, è il nemico da combattere. Quel terrorismo ama la morte, la distruzione, la devastazione: risponde ad una divinità che non lascia scegliere, che non si relaziona con l’essere umano, che non entra nella storia, una divinità demoniaca che vuole la sottomissione senza scelta.

La divinità demoniaca che guida i terroristi e tutti quelli che li sostengono ovunque, pensa di poter cancellare Dio dal mondo ed è sempre più feroce e violento perché sa che Dio è più forte ed ha già vinto.

Il demonio che sta tentando di distruggere Israele finge di non sapere che Dio ha detto “Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà”. Non lasciatevi ingannare i terroristi e tutti quelli che li sostengono sono già morti, perché la loro anima è stata regalata al demonio. Sono nutriti di odio, rabbia, invidia…

Preghiamo insieme per le loro anime che possano capire e risvegliarsi perché il tempo sta per compiersi.”

Ariel Shimona Edith Besozzi