Extinction Rebellion Italia di Bologna: “Con la mobilitazione dal basso abbiamo ottenuto grandi risultati”

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VARESE, 1 dicembre 2023-La politica non ha fatto finora abbastanza” recita la dichiarazione di emergenza “per contrastare i cambiamenti climatici in corso, nonostante questi dovrebbero essere la priorità nel programma politico di qualsiasi governo, dal Presidente del Consiglio fino all’amministratore del più piccolo dei comuni.” Questa la dichiarazione decretata dal Consiglio Comunale di Bologna, in data 30 settembre 2019. “Per riconvertire ecologicamente la nostra economia”, continua, “occorre la partecipazione di tutti.”, e aggiunge: “Occorre che i governi intraprendano politiche più radicali per rendere le attività umane sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, anche tutelando i lavoratori e i soggetti deboli della società.”.

Una dichiarazione ampia, inclusiva e ambiziosa: il Consiglio Comunale si impegnava, dichiarando l’emergenza, ad “agire subito per diminuire i livelli delle emissioni per arrivare al 2030 allo 0 netto, prevedendo come anno intermedio il 2025, anno nel quale verranno dimezzati i livelli attuali di Co2” e presentando, entro 100 giorni dalla dichiarazione, una roadmap che indicasse i passi successivi necessari alla transizione.

La dichiarazione era stata il risultato diretto delle manifestazioni dei Fridays for Future, che avevano portato in piazza migliaia di persone, e dello sciopero della fame portato avanti dal gruppo bolognese di Extinction Rebellion, a fine agosto 2019. Cosa è successo da allora? La road map non è mai apparsa, e qualsiasi illusione di essere sulla strada giusta venne presto spazzata via da un’altra emergenza, quella sanitaria, ad inizio 2020. Ci furono due effetti: uno, che chiunque provò sulla propria pelle cosa significava vivere in uno stato di emergenza; l’altro, che tutto ciò che non avesse a che fare con il virus e la sanità (nonostante l’OMS stessa abbia dichiarato che il cambiamento climatico sia il più grande fattore di rischio per la salute umana) era da considerarsi posticipato a data da definirsi.

Vogliamo sottolineare due cose: che la mobilitazione dal basso e la disobbedienza civile, se costanti, nonviolente e dotate di obiettivi chiari, funzionano. Non sono percorsi facili nè immediati, e spesso richiedono sacrifici personali, come quelli di Filippo e di Daniele e di tutte le persone che li hanno affiancati, che hanno portato avanti le richieste per quattro anni, fino a vederle realizzate. Questo è un momento di celebrazione: ed è per noi un momento speciale così come per tuttə. Le Assemblee Cittadine sul clima, a Bologna, non sono “nostre”: non sono di XR Bologna, né di XR Italia, ma sono di tuttə, e di questo ne andiamo estremamente fierə.

La seconda cosa che si vuole sottolineare è che c’è ancora molto da fare. Ancora una volta vediamo come le parole e le dichiarazioni non bastano, vista la propensità di fare promesse impegnative senza l’intenzione di rispettarle. La dichiarazione di emergenza del 2019 esplicita chiaramente nel testo la portata e le ripercussioni della crisi climatica: una crisi umanitaria inedita e di proporzione globale, dove tutti siamo tenute a fare quanto è in nostro potere, ora e adesso. Eppure, la dichiarazione non è stata seguita dalle misure che sarebbero dovute seguire, dall’informazione necessaria (ricordiamo la beffa dello striscione, traslocato da Piazza Maggiore verso luoghi più “innocui”), dalle azioni necessarie per rendere l’emergenza più di uno sterile documento.

Per questo, la storia non finisce qui: il lavoro è ancora lungo. Da un lato, i gruppi dell’Emilia-Romagna si stanno ora rivolgendo all’amministrazione regionale (dove si è di recente concluso un nuovo sciopero della fame): il cambiamento deve avvenire su tutti i livelli. Dall’altro, l’Assemblea Cittadina ha fatto le sue proposte: queste dovranno essere votate (secondo lo statuto e il regolamento dal consiglio comunale), rese concrete e partecipi. L’Assemblea ha parlato non solo di riduzione di emissioni, ma della necessità di un cambiamento culturale diffuso.

È il momento di festeggiare questo successo come movimento, perché il raggiungimento di un’Assemblea Cittadina sul clima tramite la mobilitazione dal basso è un successo unico al mondo. Ma è anche il momento di rimanere più attentə che mai: la validità dell’Assemblea Cittadina è in bilico e dipende ancora una volta dalla cittadinanza, dalla capacità di coglierne l’esito e verificare che venga rispettato: il Comune è tenuto a valutare le proposte entro quattro mesi.