Eutanasia, in Regione Lombardia si discute di cure palliative. Mazzali: “Ascoltare le parti sociali”

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VARESE, 19 gennaio 2024- Il diritto a non soffrire come alternativa al suicidio assistito. Questa la proposta che emerge dai seminari regionali su ‘cure palliative e fine vita’, organizzati dal Network ‘Ditelo sui tetti’, rete con più di 100 associazioni cattoliche aderenti, in contemporanea in 9 Regioni italiane (Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana, Sicilia e Veneto), tra cui la Lombardia, che oggi ha ospitato a Palazzo  Pirelli l’incontro ‘The Care day – Libertà e dignità nella cura’. A intervenire anche Barbara Mazzali, Assessore regionale a Turismo, Moda e Marketing Territoriale di Regione Lombardia e esponente di Fratelli d’Italia.

“E’ legittimo e democratico che le Regioni dialoghino con la società civile su un tema etico così complesso come il fine vita- afferma Mazzali-. Oggi ascoltiamo coloro che sostengono cure palliative capaci di ridurre al massimo il dolore delle persone gravemente malate come alternativa a chi vede come unica opzione il suicidio medicalmente assistito. Una proposta su cui riflettere proprio oggi, giorno in cui le firme a supporto della legge di iniziativa popolare sul fine vita sono state depositate in Consiglio regionale della Lombardia.  Mentre le opposizioni di centrosinistra hanno subito elogiato l’iniziativa, noi siamo qui a continuare a porci domande e a dialogare con esperti, accademici, giuristi,  associazioni, perché crediamo nel valore della vita. Al contrario di coloro, che, forse certi di avere una qualche innata superiorità morale, sono convinti di avere già la soluzione già in tasca: aiutare a morire”.

Andando al concreto, Mazzali aggiunge: “Nonostante la Regione Lombardia sia avanti in materia di cure palliative, la strada da percorrere è ancora molta. Su 10 milioni di abitanti lombardi, secondo i dati Agenas, il fabbisogno di cure palliative è di 140.000, di cui 33.500 di cure palliative specialistiche. Serve, quindi,  rimboccarsi le maniche e lavorare per aumentare le Unità di Cure Palliative Domiciliari, nonché i posti letto negli Hospice. Un grosso lavoro e grossi investimenti ma la vita è un mistero che vale più di qualsiasi altra cosa”.

A precisare la proposta delle associazioni del Network ‘Ditelo sui tetti’ è stato Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast, organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani e membro fondatore della rete ‘Ditelo sui tetti’: “C’è chi vuole imporre come soluzione all’infermità, la morte – afferma Di Leo-.  Noi, al contrario siamo fermamente convinti che la vera risposta alla malattia sia concedere libertà e dignità alla cura. Con lo scopo di sensibilizzare e offrire strumenti efficaci ai decisori politici delle singole Regioni partecipanti, affinché possano prendere la giusta decisione su questo delicatissimo argomento”. Per Di Leo “Ci troviamo di fronte a un’ideologia che promuove indifferenza verso le sofferenze altrui, mettendo a rischio la dignità delle vite fragili. Riteniamo di fondamentale importanza attuare politiche sociali e sanitarie che consentano a tutti il ‘diritto a non soffrire’ attuando cure palliative e assistenza continuativa anche domiciliare, diritto che la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale descrive quale essenziale per ogni persona. Questa è la priorità assoluta. Non si sopprime un malato, ma lo si cura.”