MILANO, 11 febbraio 2024 – La visita die ieri, sabato 10 febbraio, dell’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini è iniziata alle 11 con l’accoglienza del Direttore Generale dell’ASST Pini – CTO ed è proseguita con la celebrazione della Santa Messa celebrata nella cappella dell’Ospedale con i cappellani Don Simone, Don Claudio, Don Giuseppe e Don Fontana (responsabile del Servizio Diocesano per la Pastorale della Salute).
Durante l’omelia, molto partecipata, l’Arcivescovo ha ripreso alcuni passaggi della “Strenna” 2023, il volume che Gaetano Pini ha voluto dedicare, dal 1874, alla storia della città di Milano e delle sue Istituzioni, ai percorsi di cura ed ai pazienti, a tutti i professionisti sottolineando il senso di responsabilità di tutta l’organizzazione verso la creazione di valore per la comunità accompagnato da generosità e propensione verso chi soffre.
È questo il messaggio che l’Arcivescovo ha voluto esprimere alle molte persone degenti e loro famigliari, medici, infermieri e rappresentanze di tutto il personale riunite nella cappella del Presidio Pini.
A seguire l’Arcivescovo si è recato nel reparto di Ortopedia Oncologica per una visita alle persone ricoverate dove è stato accolto dal Direttore del Dipartimento di Ortopedia Traumatologia e Chirurgie Specialistiche, dottor Primo Daolio e dalla coordinatrice infermieristica dott.ssa Natalina Carè. Una visita molto sentita: dal letto i pazienti hanno potuto ricevere una parola di conforto e stringere la mano all’Arcivescovo.
Successivamente l’incontro in Aula Magna ha preso avvio con la proiezione del video Istituzionale “150 anni dalla nascita dell’Istituto Gaetano Pini” cui ha fatto seguito l’intervento del Direttore Generale, dott.ssa Paola Lattuada.
<<Nel darvi il benvenuto alla XXXII Giornata Mondiale del Malato vorrei riprendere il messaggio del Santo Padre: <<Non è bene che l’uomo sia solo>> e il tema di questa giornata: “Curare il malato curando le relazioni”, per ricordare quanto sia importante il momento dell’accoglienza e dell’ascolto dei pazienti, da parte di tutto il personale affinché si possa assicurare un percorso di presa in carico della persona in tutte le fasi di cura e di assistenza- ha dichiarato il Direttore Generale Dr.ssa Paola Lattuada.
<<Abbiamo sperimentato tutti, in particolare in tempo recenti di pandemia, quanto possa essere dolorosa l’esperienza della solitudine, a maggior ragione in una condizione di fragilità e di malattia, e quanto sia fondamentale il supporto umano quando si è più vulnerabili. – Ha dichiarato il Direttore Socio Sanitario Dr.ssa Rossana Giove. – Spesso i gesti e le parole possono portare speranza e forza per superare momenti di buio più assoluto: perciò mi rivolgo a tutti voi che ogni giorno vi prendete cura delle persone, e in particolare di persone malate e fragili, per esortarvi a continuare a portare avanti quest’“Arte” da declinare nella pratica clinica-assistenziale quotidiana, vissuta nella relazione empatica con sapienza e nel rispetto dei valori etici e deontologici. >>
A conclusione dell’incontro l’Arcivescovo di Milano ha ripreso una citazione del premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini: “Oggi c’è un’enfasi molto forte sulle dotazioni scientifiche, sulle attrezzature, sui mezzi e gli strumenti di cui la scienza può disporre in qualunque campo. Ebbene io credo che tutto ciò conti ma che conti e serva ancor di più lo sforzo dell’immaginazione, l’intelligenza dell’uomo. E’ la mente umana il motore della ricerca scientifica, il pensiero e l’intuizione la nobilitano sopra ogni cosa”; un messaggio che l’Arcivescovo ha ricondotto alla Giornata Mondiale del Malato: <<Vorrei sottolineare che il tema delle relazioni ha un rilievo fondamentale per il progresso della comunità scientifica e delle competenze, specie in ambito clinico e medico. Ma oltre a questo vi è un’importanza che ha a che fare con le relazioni personali, parentali, amicali. È un patrimonio, questo, inestimabile come ben sapete voi che vi impegnate per le persone. Nella prospettiva del tema della Giornata Mondiale del Malato, questo ci offre motivazioni per vivere e per sperare. Abbiate attenzione per tutte le vostre relazioni, anche personali, quelle vissute con serenità e quelle che danno preoccupazioni e da qui imparate a relazionarvi, anche a livello professionale, con capacità di gentilezza, perdono, stima vicendevole. Questo è il mio augurio per questo ospedale che non è solo un luogo di cura e di ricerca, ma anche di formazione. Dobbiamo trasmettere alle giovani generazioni non solo sapienza, ma anche saggezza e lungimiranza con il tratto caratteristico del sorriso e della gentilezza.>>