Nasce a Cervignano del Friuli la ‘Scuola circolare smontabile’ con materiale riutilizzabile

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UDINE, 23 febbraio 2024-Prototipi di scuole circolari che costruiscono comunità, la visione di C+S Architects diventa realtà: approvato il progetto dell’Istituto Tecnico Malignani.
Firmato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini di C+S Architects, studio con sede tra Treviso e Londra e recentemente premiato come miglior studio di architettura italiano, il progetto per il nuovo Istituto Tecnico Malignani di Cervignano del Friuli (in provincia di Udine) è uno dei tre prototipi di scuole circolari che lo studio ha recentemente sviluppato nell’ambito del proprio programma di ricerca sulla progettazione scolastica.
Tutti e tre sono edifici NZEB, (Nearly Zero Energy Building, ovvero un edificio ad elevata efficienza energetica), e sono prototipi per tutti i livelli di istruzione: un asilo nido per il Comune di Venaria Reale, in provincia di Torino, una scuola primaria a Conegliano (Treviso) e una scuola secondaria a Cervignano del Friuli (Udine).
Questi prototipi sono tutti in costruzione. In Friuli sarà il Ministero dell’Istruzione, che ha finanziato il progetto, a gestire la gara d’appalto. Sono stati sperimentati nuovi layout scolastici circolari, differenti per le tre fasi di crescita dei ragazzi e costruttivamente, un kit di montaggio che permette di costruire l’edificio ‘a secco’ e smantellarlo a fine vita riciclandone i materiali costruttivi.

Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai

La riflessione sullo spazio pubblico
Le scuole sono anche l’occasione per una riflessione più ampia sullo spazio pubblico delle città in cui viviamo: “città dense e città diffuse”. Entrambi i modelli urbani sono sottoposti a processi di erosione dello spazio pubblico, i primi omologati da brand che si rincorrono uguali ad ogni latitudine e dove la libertà di attivazione da parte della comunità è sostanzialmente nulla; i secondi, le metropoli orizzontali essendo caratterizzate dall’assenza di interni urbani. Qui lo spazio pubblico è il residuo di microprocessi di privatizzazione e zonizzazione. “Da vent’anni lavoriamo su quella che definiamo la spina dorsale della città: lo spazio collettivo, aperto, condiviso, la vera identità delle comunità”, spiega ancora Cappai. “In questa prospettiva, lavorando sui centri minori e sulle periferie, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle scuole perché il loro utilizzo è obbligatorio; per il loro carattere di prossimità alle comunità, per la loro capillarità, per il loro carattere informale e riconoscibile all’interno delle comunità, per il loro potenziale ancora inespresso e la loro forza innovativa. Manifesti colorati, aperti, trasparenti di un approccio progettuale sostenibile in termini ecologici e sociali per accogliere i bambini e la comunità che li circondano: per noi le scuole sono le piazze delle periferie e dei piccoli centri”. Chiosa Segantini: “Colorate, aperte, trasparenti: manifesti di un approccio sostenibile per accogliere i bambini e la comunità che li circondano: per noi le scuole sono le ‘piazze delle periferie e dei piccoli centri’.