Lago Maggiore a rischio, il grido di allarme di Andrea Valentina Gussoni: “Salvare le cozze per evitare l’avvelenamento del lago”

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La documentarista Andrea valentina Gussoni

VARESE, 19 marzo 2024-La documentarista Andrea Valentina Gussoni, ambasciatrice italiana della fauna selvatica, è approdata sulle sponde del Lago Maggiore per un nuovo documentario che affronta uno dei problemi più allarmanti degli ultimi anni: l’esplosione delle fioriture di alghe nocive.

Queste alghe producono biotossine in grado di causare nell’immediato danni neurologici gravi; e con il tempo, secondo recenti studi, la possibile insorgenza di malattie come SLA e Parkinson.

“Le alghe tossiche sono diventate un problema mondiale. Sempre più fiumi, laghi e mari vengono contaminati ogni anno” racconta Andrea nel suo ultimo documentario. “Le principali cause sono due: la prima è l’inquinamento, che trasporta i nutrienti necessari per queste alghe; la seconda è il riscaldamento delle acque: più l’acqua è calda più proliferano e crescono”.



“Queste neurotossine si trasmettono da preda a predatore lungo la catena alimentare”, avverte Andrea, “Anche il pescato apparentemente sano può nascondere un pericolo mortale. L’aspetto e il sapore non cambiano e le neurotossine sono termostabili, cioè non si possono eliminare né con il congelamento né con la cottura”.

Dopo aver documentato in Sudafrica l’avvelenamento della popolazione locale di otarie che, una volta contaminate, hanno iniziato ad attaccare gli esseri umani, Andrea si è concentrata sul nostro bacino lacustre.


Anche il Lago Maggiore potrebbe presto doversi confrontare con il dilagare di questa nuova insidiosa minaccia. Un problema ambientale che, da noi, rischia di coinvolgere persino l’acqua destinata alle irrigazioni agricole. Eppure, nelle nostre zone una soluzione per scongiurare lo scenario di un bacino avvelenato è ancora presente, come riporta Andrea.

La chiave risiede in una piccola cozza nativa, che da centinaia di anni filtra le acque del nostro lago da tossine e inquinanti. Un ruolo di vitale importanza per l’equilibrio di questo prezioso ecosistema lacustre, condiviso tra Italia e Svizzera. 
 L’esperta Nicoletta Riccardi, dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR di Pallanza, ci fornisce alcuni dati importanti: “Una sola è in grado di filtrare fino a 40 litri di acqua al giorno. In 20 anni, la durata media della sua vita, può filtrare centinaia di migliaia di litri d’acqua, svolgendo un ruolo insostituibile”.

Eppure oggi è gravemente minacciata: le recenti siccità prolungate, con il prosciugamento di vaste aree litoranee, il ruolo nocivo di altri bivalvi alieni introdotti accidentalmente nel lago e l’assenza di adeguate misure di tutela ne hanno decimato la popolazione. “Risulta essere tra gli animali più a rischio di estinzione al mondo, più del panda o della tigre”.

Come raccontato nel documentario di Andrea, il Lago Maggiore rischia quindi di perdere il suo prezioso “esercito di sentinelle” in un momento critico, con i cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione delle alghe tossiche. 

“Ogni singolo esemplare superstite è una speranza di sopravvivenza” afferma Andrea, “Finché ci sono ancora esemplari in vita c’è ancora tempo per intervenire con progetti di tutela e ripopolamento”.
Un compito non semplice, data la complessità del ciclo vitale di questi organismi filtratori che necessitano dell’interazione con specifiche specie ittiche nella delicata fase larvale. Ma un’operazione resa ancora più urgente dagli scenari rappresentati dalle proliferazioni mondiali di alghe tossiche.



Con la proposta di Andrea, questa diventa una sfida impossibile da ignorare. Perché per evitare che le acque limpide e cristalline del Lago Maggiore possano in futuro diventare infette, bisogna agire d’anticipo. A partire dalla preziosa, minuscola sentinella rappresentata dalla cozza nativa che da centinaia di anni vigila sul Verbano, ma che ora è la prima a rischiare l’estinzione.