Cecilia Strada: “Serve una legge europea contro la corruzione e sui collaboratori di giustizia”

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Cecilia Strada (foto varesenews.it)

VARESE, 23 maggio 2024-“Quel 23 maggio 1992, a Capaci, ognuno di noi -dagli schermi televisivi – ha potuto vedere a quale livello di disumanità la mafia poteva arrivare. 32 anni dopo il sacrificio di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta rimasti uccisi richiama tutti noi alla necessità di un nuovo impegno anche e soprattutto a livello europeo.

In occasione di questa “Giornata della Legalità e di commemorazione di tutte le vittime di mafia” rilancio i cinque punti e le 12 proposte del documento “A Chance for Europe” promosso tra gli altri da Libera e presentato nel dicembre scorso. Come dice giustamente Don Ciotti, non c’è un Paese europeo che non abbia il problema della mafia.  Pensiamo solo alle uccisioni nel tempo della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e del cronista slovacco Jan Kuciak. Mi batterò perché venga realizzato quanto chiesto dai proponenti del documento,  in particolare l’istituzione di un “Forum permanente della società civile sulla criminalità organizzata” e misure vincolanti riguardo il recupero per i beni comuni della criminalità organizzata.

Come propongono i firmatari di “A chance for Europe” è necessaria una politica comune per la protezione e riparazione delle vittime della criminalità organizzata e della tratta di esseri umani oltre che una forte azione di protezione dell’ambiente della salute pubblica contro le ecomafie. Come ha recentemente ricordato Franco Roberti, eurodeputato PD di questa legislatura, serve una legge europea contro la corruzione e sui collaboratori di giustizia. In questa battaglia europea contro le mafie è necessario il più forte coinvolgimento delle realtà della società civile. L’Italia su questo punto vanta l’esperienza straordinaria di Libera e di tante realtà che si battono contro le mafie e contro la corruzione. Diamo loro voce e ascoltiamoli perché anche in Europa cresca la consapevolezza della necessità di un’azione senza quartiere.