Toni Servillo affascina il numeroso pubblico di Varese con un monologo dedicato all’amicizia tra Testori e Guttuso

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Toni Servillo (illuminato dai riflettori) sul palco dei Giardini Estensi di Varese

VARESE, 22 luglio 2024- di GIANNI BERALDO-

Fa un certo effetto sentire citare Stresa e Taino, Velate e Maccagno e ovviamente Varese, dal grandissimo attore e regista Toni Servillo che questa sera ha colpito nel segno emozionale il numeroso pubblico accorso ai Giardini Estensi.

In programma un suo inedito monologo che vedeva protagonisti due grandi protagonisti a livello culturale e artistico del Novecento, quali lo scrittore, critico d’arte nonché pittore straordinario e drammaturgo milanese Giovanni Testori e il suo grande amico, il pittore siciliano Renato Guttuso che a Varese ha vissuto per anni con studioe casa a Velate (ora divenuto un museo).

Spettacolo inserito nel ricco e prestigioso cartellone della rassegna Tra Sacro e Sacro Monte, eccezionalmente spostato per questa data nella bellissima e capiente struttura allestita ai Giardini Estensi dinanzi al Fontanone dei Giardini.

Un monologo a volte difficile ma decisamente interessante, con passaggi d’alta cultura come solo Testori sapeva ricamare a livello dialettico e di scrittura.

Dialoghi a volte vergati a livello epistolare evidenziando a Guttuso le proprie angosce, il proprio scoramento, il proprio malessere nei confronti della società a cavallo degli anni Cinquanta e Ottanta, confrontandosi con alcune opere dell’amico pittore che si distinguevano per le scene iconiche magistralmente dipinte utilizzando una tecnica e dei colori che hanno treso Guttuso famoso nel mondo.

Servillo con l’orchestra sinfonica Sacro Monte al termine dello spettacolo

Riflessioni volte raccontate attarverso le opere di Guttuso, analizzate sotto il profilo critico non lesinando sfarzosi esempi di come l’arte, nello specifico la pittura del Maestro con studio a Velate che tanto ha regalato al mondo pittorico moderno, ma soprattutto omaggiando la città di Varese con opere straordinarie (un esempio, il grande affresco rappresentante la Fuga in Egitto situato presso la prima cappella del Sacro Monte).

Gestualità minimale e una lettura approfondita quella di Servillo, capace di dare vita a un monologo non semplice rendendo viva una sintassi culturalmente elevata e nel contempo ‘complicata’ come quella di Testori, che voleva in questo modo rendere ancora più autorevole il lavoro artistico dell’amico e collega Guttuso.

Spettacolo intenso durato quasi un’ora e mezza intervallato dalle esecuzioni magistrali dell’Orchestra Sacro Monte, davvero molto bravi nell’elaborare un programma dalle note poco briose ma decisamente efficaci e utili nel contesto del monologo.

Alla fine applausi convinti per tutti, da una platea esigente e molto attenta.

Insomma, vedere dal vivo un grande attore come Servillo non capita così di sovente e per questo si deve ringraziare il regista e ideatore della rassegna Andrea Chiodi (oltre ovviamente all’assessorato alla Cultura del Comune) se ciò  è divenuto realtà in un piccolo ma pur sempre interessante microcosmo culturale quale è la città di Varese.

direttore@varese7press.it