A Varese ancora troppi fumatori: da gennaio un corso con medici e altri professionisti li aiuterà a liberasi dall’assuefazione

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Pisani, Pellerin, Bonoldi e Carlo Maria Castelletti

VARESE, 1 ottobre 2024- di GIANNI BERALDO-

Quando nel 2003 venne emanata la Legge Sirchia che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre e centri sportivi, vi fu una sorta di sommossa popolare in tutto il Paese.

Un cambiamento importante in ambito sociale ma soprattutto una svolta a livello salutistico-

Dopo 21 anni da quella legge lo scenario è decisamente cambiato, ma gli ‘schiavi’ del tabagismo sono ancora numerosi in Italia e nel mondo.

Un fenomeno che negli anni ha cambiato fisionomia e approcci.

Un esempio per tutti il dilagare delle sigarette elettroniche, le cosiddette ‘svapo’ che stanno attecchendo in maniera importante tra i giovani e giovanissimi, primo passo per una conclamata dipendenza dal tabacco.

Insomma vi è ancora parecchio lavoro da fare per creare gli ideali presupposti  alla prevenzione e disaffezione al fumo, sia esso praticato con le tradizionali sigarette o quello dei moderni svapo.

Per questo la Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) provinciale, in collaborazione con la Fondazione Molina Onlus di Varese e Varese in Salute, propone un corso piuttosto articolato di disassuefazione al fumo di sigaretta.

Nove appuntamenti (uno alla settimana) a partire da lunedì 13 gennaio per concludersi lunedì 10 marzo 2025 (orari: dalle 18.30 alle 20)

Un corso tenuto da diversi professionisti ed esperti del settore che si svolgeranno presso le aule didattiche della Fondazione Molina.

<<La scelta di collaborare all’iniziativa rientra nell’etica della Fondazione, per questo siamo particolarmente contenti di dare il nostro contributo a questa importante iniziativa>>, sottolinea il presidente del Molina Carlo Maria Castelletti, oggi alla conferenza stampa di presentazione alla quale hanno partecipato Ivanoe Pellerin, presidente Lilt provinciale, il medico pneumologo Salvatore Pisani e il dottor Guido Bonoldi, presidente Commissione Sanità del Comune di Varese e tra gli artefici dell’iniziativa.

Bonoldi che aveva già proposto in un passato recente di creare un centro di prevenzione antifumo a Varese, dopo quelli già attivi a Busto Arsizio (città dove ha sede la Lilt) e Arcisate.

<<Questo corso potrebbe essere utile a richiamare l’attenzione anche nel capoluogo di provincia rilanciando la proposta di un centro dedicato. Per ora è solo un’idea ma puntiamo alla sua realizzazione. Ora la cosa più importante è quella di promuovere in netto anticipo la possibilità di frequentare questo corso a da parte dei fumatori cronici, anche con l’aiuto dei medici di medicina generale>>, dice il Presidente Commissione Sanità.

Ma quanti sono i fumatori cronici a Varese che potrebbero avere la forza di volontà di smettere con gli aiuti adeguati?

Secondo le ultime indagini informative potrebbero essere circa 4mila ma di certo non vi è nulla.

Sappiamo invece con certezza che nelle patologie come ipertensione, problemi cardiaci o cardiovascolari, ogni anno i soggetti fumatori sono circa il 15% del totale che salgono al 20% con problemi oncologici.

<<Sarebbe importante raggiungere risultato simili alla Svezia, paese che da tempo ha adottato una politica smoking free, ottenendo in poco tempo uno standard di vita più salutare con sempre meno gente che fuma>>, evidenzia il dottor Pisani uno che di dati e prevenzione se ne intende dall’alto della sua pluridecennale esperienza sul campo.

Ivanoe Pellerin, presidente Lilt provinciale

<<Da noi è comunque difficile capire quante siano veramente le persone che vorrebbero smettere di fumare. Abbiamo però un quadro delineato sulle tipologie di fumatori che vorrebbero smettere: si parte mediamente da fasce di età sopra i 50 anni in prevalenza uomini. Persone che non hanno meno problemi economici e un livello culturale elevato. I fumatori incalliti li si trovano più al Nord che al Sud>> conclude il dottor Pisani.

Insomma chi pensava che in Italia la dipendenza da fumo con numeri importanti, purtroppo dovrà ricredersi al cospetto di un quadro non particolarmente incoraggiante nemmeno sotto il profilo preventivo.

Ricordiamo che potranno accedere al corso completo un minimo di 20 persone fino a un massimo di 50 con un costo d’iscrizione di 150 euro in totale.

Tutto questo previa visita medica di controllo con una valutazione clinica e pneumologica effettuato da medici dell’organizzazione.

redazione@varese7press.it