CASSINETTA DI BIANDRONNO, 24 ottobre 2024-Le assemblee della Beko di Cassinetta di Biandronno soltesi oggi, giovedì del 24 ottobre, hanno visto una vasta partecipazione di lavoratrici e lavoratori.
Da decenni gli stabilimenti di Cassinetta sono una parte fondamentale del sistema industriale della provincia di Varese. Attualmente è un polo di eccellenza europeo nella produzione di elettrodomestici da incasso di media e alta gamma di prodotto e costituisce la più importante fabbrica di elettrodomestici in Italia.
La fabbrica impiega oltre 2200 lavoratrici e lavoratori e numerose altre persone sono occupate nelle attività connesse dell’indotto, sia per la componentistica che per i servizi a supporto che un’azienda di tali dimensioni che ha sul territorio. Si tratta pertanto di una realtà industriale e professionale assolutamente ragguardevole per il territorio e per il paese.
Dalle assemblee di oggi sono emerse le preoccupazioni diffuse in fabbrica tra i lavoratori
principalmente legate a due situazioni concomitanti. La prima è la perdurante crisi del settore degli elettrodomestici, che sta colpendo con un calo dei consumi il mercato europeo – già di per sé limitato per le sue caratteristiche di “mercato di sostituzione” – e che vede ormai da più di un anno l’uso intensivo di giorni di cassa integrazione ordinaria ogni mese.
La seconda è dovuta alle scelte che Beko sta attuando dopo aver assorbito le attività di Whirlpool, a cui si aggiunge un dato per noi preoccupante rispetto alla chiusura di uno stabilimento in Gran Bretagna avvenuto subito dopo l’acquisizione e soprattutto di due stabilimenti in Polonia, con lo spostamento delle produzioni e il conseguente licenziamento di 1800 lavoratori.
Ad oggi dove saranno ricollocati i volumi di queste tre aziende chiuse non è dato sapere.
Queste preoccupazioni le abbiamo espresse anche nell’incontro effettuato presso la Provincia di Varese lo scorso 16 ottobre. E le riproporremo quando incontreremo Regione Lombardia, che ci ha contattati senza però ancora convocare l’incontro.
Inoltre, vi è un impoverimento menageriale e strategico per questa mancanza di prospettive chiare che potremmo chiamare “silenzio industriale”, con numerose figure professionali che hanno lasciato l’azienda prosciugando il knowhow , impoverendo molte attività tra le quali la ricerca e sviluppo, essenziale per garantire un futuro per un’azienda globale con produzioni nel nostro paese.
Di fronte a questo scenario, il sindacato che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori ritiene necessario conoscere con urgenza i contenuti del piano industriale che Beko intende attuare nei siti italiani.
Dopo l’incontro ministeriale (Ministero delle imprese e del made in Italy) dello scorso 25 giugno Beko non si è resa disponibile a nessun altro incontro con il sindacato nonostante le nostre molteplici sollecitazioni, dimostrando così scarsa attenzione e propensione alle relazioni sindacali, e quindi al punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori.
In mancanza di una convocazione ravvicinata del tavolo ministeriale, le lavoratrici e i lavoratori della Beko di Cassinetta chiedono a FIM FIOM UILM di attuare le necessarie iniziative di mobilitazione, cosi come stabilito dal sindacato nella comunicazione del 12 settembre scorso, in occasione dello sciopero fatto dopo l’annuncio delle chiusure e dei licenziamenti in Polonia.
Occorre che il tavolo ministeriale venga riconvocato per avviare un confronto sindacale e
istituzionale su un piano industriale adeguato a proteggere e consolidare le produzioni di Cassinetta, confermando la sua missione produttiva, il suo perimetro industriale e le competenze professionali cioè gli elementi che ne fanno un polo di eccellenza dell’elettrodomestico europeo. In Italia e a Cassinetta non è replicabile lo scenario prodotto da Beko in Polonia e che sopra è stato descritto per sommi capi.
Anche per questo, le lavoratrici e i lavoratori ritengono necessario l’impegno del Governo per garantire l’applicazione dei contenuti del Dpcm 1° maggio 2023, con cui il Mimit – attraverso l’uso del lo strumento normativo “Golden Power” – ha vincolato l’azienda a evitare sovrapposizioni produttive tra stabilimenti italiani ed europei da cui possa derivare lo scenario – per i lavoratori inaccettabile – di un ridimensionamento della produzione nazionale con i conseguenti effetti negativi sull’occupazione e sul tessuto sociale del territorio.
Le aziende di queste dimensioni non hanno solo una missione industriale e di profitto ma hanno anche una responsabilità sociale verso i cittadini del paese che li ospita.
Ricordiamo a Beko-Arcelik di rispettare quanto da loro riportato sul codice etico e quanto esposto nelle bacheche aziendali quali: “il DNA della nostra Leadership” “CURA PER L’AMBIENTE E LA COMUNITA’” e che le scelte industriali non in linea, con la storia e la professionalità dei lavoratori, che potrebbero avere ripercussioni anche in termini occupazionali, non gioverebbero all’immagine dell’azienda non solo sul nostro mercato ma su tutto quello europeo.
RSU e lavoratrici e lavoratori Beko. FIM FIOM UILM Varese