Vietato corteo a Milano organizzato da Blocco Studentesco: ” Impediscono di manifestare le nostre idee”

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ROMA, 20 novembre 2024– La Questura di Milano ieri pomeriggio ci ha notificato il divieto di poter effettuare un corteo studentesco previsto per il 30 novembre, proprio nel capoluogo lombardo. Nonostante un larghissimo preavviso e un precedente corteo, in aprile a Verona svolto senza nessun tipo di incidenti da centinaia di giovani, la Questura ha deciso di impedirci di manifestare per motivazioni che tengono conto solo della “possibile” tensione che potrebbero creare le realtà antifasciste. Questa sembra a tutti gli effetti una ritorsione dopo il corteo di CasaPound Italia a Bologna, che ha visto scatenarsi tutta l’isteria della sinistra nei confronti del nostro mondo.
Vietato corteo a Milano
È inaccettabile che ad una sola parte politica venga concesso di manifestare nelle strade. Il nostro movimento fa politica attiva nelle scuole da quasi vent’anni e alla luce del sole. Nelle motivazioni addotte dalla Questura non troviamo una sola ragione valida ma solo la volontà di non indisporre ANPI, antagonisti e collettivi vari. Ci state forse dicendo che le forze dell’ordine e le città devono essere ostaggio degli antifascisti mentre le strade appannaggio esclusivo della sinistra? Ci volete far credere che la seconda città d’Italia non è in grado di gestire un normale novembre studentesco? Questo è un precedente davvero pericoloso e deve far drizzare le antenne a chiunque abbia a cuore la pluralità del dibattito politico in Italia. Noi vogliamo fare un corteo studentesco pacifico ma risoluto che rivendichi i diritti degli studenti a fronte di una scuola-azienda che non ci piace; di un clima economico che rende città come Roma e Milano le più costose in Europa per gli studenti universitari; di un sistema scolastico sempre più privatizzato e disumano. Non ci sembrano ragioni irricevibili o fuori luogo ma legittime tanto quanto quelle degli altri. Vogliamo manifestare per una scuola sociale, identitaria e giovanile: anche la nostra generazione può contribuire con le sue idee al dibattito sul futuro dei giovani e non può semplicemente esserne esclusa d’imperio.
Non siamo disposti ad accettare la parte dei cattivi ma siamo pronti a fare scudo sui diritti che ci siamo conquistati con tanti anni di sindacalismo studentesco. A qualsiasi tentativo di buttarci fuori dall’agone politico risponderemo sempre con la forza tranquilla di un principio adamantino: non esistono città dove i nostri studenti non possono manifestare.