Siamo ovviamente d’accordo per quanto riguarda il check-in di persona fatti entro le 6 o 24 ore dall’arrivo del cliente e la conseguente trasmissione dei nominativi alla Questura nei tempi previsti.
Voi camerali, che siete esperti di commercio e di turismo, dovete dire ai politici, agli albergatori e a tutti coloro che hanno sponsorizzato questa restrizione, che gli eventi senza l’extralberghiero ormai non si possono fare!
Dover sottostare al Regio Decreto del 1931 nell’epoca di internet e del riconoscimento facciale e delle impronte, per di più nell’anno del Giubileo, avrebbe dovuto spronare i politici e i questurini a trovare soluzioni tecnologicamente adeguate ai tempi e non reprimere un tipologia di mercato ormai indispensabile.
Se nessuno se n’è accorto, vi informo che dal 2010 in poi, ogni anno l’extralberghiero varesino è cresciuto di oltre il 10% e che ora in provincia ci sono 2580 strutture che offrono il 10% di posti letto in più degli hotel.
E’ il mercato che decide, i clienti preferiscono l’extralberghiero, i B&B, le Case Vacanza e gli affitti brevi, perchè il turismo ora è fatto soprattutto di esperienze che naturalmente si vivono molto più concretamente a contatto con i cittadini del posto.
Invece succederà che per sottostare a questa regola ed evitare di subire una denuncia penale, chiuderanno centinaia di strutture solo perchè non è possibile vedere i documenti del cliente di persona, prima di farlo entrare in casa.
Se si deve reprimere qualcuno lo si faccia con i portali, con le grosse società di affitti brevi e con i multiproprietari che da sempre, usando una misura studiata per le famiglie in modo speculativo, hanno inflazionato il mercato, provocato le gentrificazione delle città d’arte ed espulso dai centri città le stesse famiglie che erano destinatarie dei benefici di questo mercato.