VARESE, 31 dicembre 2024-“La notizia che circola è che Cecilia Sala sia accusata di aver violato le leggi islamiche, ma non è stato chiarito cosa significhi. L’accusa è troppo vaga, bisogna capire il prima possibile quali siano queste presunte violazioni”.
Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Tina Marinari, portavoce di Amnesty International, intervenuta nel corso della trasmissione ‘Greenwich’ in merito alle accuse formulate dall’Iran contro la giornalista Cecilia Sala. E ha proseguito “Sappiamo che Sala è in una cella di isolamento dove la luce non viene mai spenta, cosa non facile da sopportare. Questo è un esempio di ‘tortura bianca’- spiega Marinari-la tortura bianca è qualcosa che non lascia segni visibili, ma turba l’equilibrio di una persona. Il tema è che oltre alla luce che non viene mai spenta ci sono molteplici limitazioni alle libertà umane: non c’è la possibilità di avere un’ora d’aria, e poi si sentono continuamente le urla delle altre persone che vengono torturate. Il carcere di Evin, dove Sala è detenuta, è costruito appositamente per far sentire le urla degli altri detenuti che vengono torturati. Questo crea una pressione incredibile nella testa delle persone-continua- e per i cittadini iraniani tortura bianca vuol dire anche pressioni sui familiari, che costringono i detenuti a confessioni forzate. Insomma un vero inferno in terra”. Marinari termina il suo intervento facendo un appello alla comunità internazionale “Non dobbiamo far passare il concetto che si possano calpestare i diritti fondamentali dell’essere umano. Ci sono stati casi in cui le famiglie iraniane sono rimaste in silenzio per paura di ritorsioni, ma i familiari sono stati comunque uccisi. Dobbiamo far capire che noi tuteliamo e crediamo nel diritto internazionale. Sicuramente è necessario dare tempo alla diplomazia- conclude Marinari- ma bisogna dire a Cecilia Sala che noi ci siamo, che non è sola e che il giornalismo non è reato”.