Oltre 200 persone alla cena di fine anno dei salvadoregni di Varese: presente i Consoli Tobar e Ramos

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VARESE, 31 dicembre 2024- La cena di fine anno dei salvadoregni di Varese quest’anno ha visto la partecipazione di oltre duecento persone che, nel corso della serata, hanno cenato, giocato e danzato con le note delle canzoni salvadoregne al ritmo della Cumbia.
D’altra parte la festa è diventata ormai una tradizione della comunità salvadoregna di Varese che, quest’anno ha in più la gioia di festeggiare la nascita dell’associazione
Salvadorenos Unidos in Varese.
Durante la festa tenutasi nella sala dell’oratorio San Vittore nel centro di Varese
la sera del 28 dicembre tante famiglie salvadoregne hanno condiviso la cena
tipica (pane farcito di carne di pollo, verdure e salse) con tutti coloro che hanno
partecipato nella consapevolezza che è possibile vivere insieme tra genti diverse
con grande rispetto e amicizia e che questo è il vero senso della festa.
La presenza delle massime autorità salvadoregne sul territorio lombardo.

Il console generale Vidal Tobar e la console Sussy Ramos così come quella dei
rappresentanti di alcune associazioni italiane tra cui i dottori Fiorella Gazzetta e
Filippo Bianchetti per Sanità di Frontiera e Marilina Castiglioni per Sharazade
Cssf, hanno reso questa festa un momento di grande comunanza e amicizia.
Nel corso della festa non sono mancati i momenti divertenti quali la partecipazione dei bambini all’estrazione di premi, la performance canora del cantante Leandro Martínez e l’animazione di un Babbo Natale salvadoregno che ha emozionato durante la consegna di alcuni tra i pacchi alimentari. Questi doni solidali, preparati da Moises Calles, presidente della neonata associazione, ma già rappresentante della comunità salvadoregna, con l’aiuto delle associazioni italiane Gocce d’amore, Sanità di frontiera e Sharazade, sono
stati consegnati alle famiglie in difficoltà presenti. Altri di questi pacchi verranno consegnati nei prossimi giorni a quelle famiglie che non hanno potuto essere presenti, di cui si conoscono le difficoltà e che ne hanno fatto richiesta.
Alla fine della festa si è tagliato il pandoro insieme a chi magari non ha una casa,
un lavoro e a volte documenti e una famiglia, in semplicità, perché per fare festa
davvero non serve tanto, serve metterci cuore e faccia, il resto viene da sé.