Il 2024 è stato un anno piovoso e con una qualità dell’aria migliorata in tutta la Lombardia: ma non basta

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Milano tra le cittá piú inquinate (foto da anteritalia.org)

VARESE, 2 gennaio 2025-Il 2024 si è chiuso come uno degli anni più piovosi degli ultimi tempi, con un impatto diretto sulla qualità dell’aria che, grazie anche al clima perturbato e alle abbondanti precipitazioni, ha registrato miglioramenti significativi. Questo trend ha portato a una riduzione dei livelli di polveri sottili (PM10), raggiungendo i valori più bassi da quando ARPA Lombardia ha iniziato a monitorare la qualità dell’aria con la sua rete di sensori nei capoluoghi della regione. Sebbene il miglioramento della qualità dell’aria sia evidente, i dati confermano che il processo è ancora troppo lento e necessita di interventi più incisivi per garantire risultati duraturi.

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, sottolinea come le politiche per la qualità dell’aria stiano mostrando la loro efficacia, seppur in un arco temporale lungo. Tuttavia, la stessa Meggetto evidenzia come tali politiche siano in gran parte guidate dalle normative europee, mentre la risposta delle regioni e delle città in termini di investimenti e azioni concrete rimane insufficiente. “Se nonostante i miglioramenti la Pianura Padana continua a essere l’area più inquinata d’Europa, ciò è anche dovuto alla mancanza di una regia territoriale efficace su temi cruciali come la mobilità, il riscaldamento civile e le politiche agricole”, ha dichiarato. Un piano di intervento regionale ben strutturato, come il nuovo PRIA (Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria), è fondamentale per affrontare queste sfide in modo sistematico e strutturato.

Un’Analisi Dettagliata delle Città Lombarde

Nonostante un miglioramento a livello regionale, i dati relativi alla qualità dell’aria mostrano forti disparità tra le diverse città. Milano, ad esempio, ha visto un peggioramento significativo rispetto al 2023, confermandosi tra le città con il peggior record di qualità dell’aria. La situazione è simile per i capoluoghi della bassa Pianura Padana: Cremona è risultata essere la città più inquinata della Lombardia, seguita da altre località della pianura, dove l’inquinamento derivante dalle attività agricole, in particolare dagli allevamenti intensivi, ha un impatto sempre più rilevante sulla qualità dell’aria.

Un esempio emblematico di questa situazione è Soresina (CR), un piccolo centro agricolo che, pur essendo distante dalle principali arterie autostradali e senza grandi concentrazioni industriali, ha visto livelli di inquinamento particolarmente elevati. Questo è dovuto alla densità di allevamenti, che generano alte emissioni di ammoniaca, particolarmente dannose nei mesi invernali per la formazione di particolato sottile.

“È sempre più evidente che per rispettare gli obiettivi di qualità dell’aria stabiliti dalla nuova direttiva europea, sarà necessario un intervento mirato sul sistema agrozootecnico della Pianura Padana”, ha dichiarato Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. Di Simine ha aggiunto che non basta aggiornare le tecnologie agricole, come la copertura delle vasche e i limiti sugli spandimenti di liquami, ma è necessario ristrutturare l’intero settore, riducendo la produzione a favore di una zootecnia più sostenibile e in equilibrio con il territorio.

Le Giornate di Smog e le Differenze tra le Località

Nonostante i progressi nella riduzione delle polveri sottili, il dato più preoccupante riguarda ancora il numero di giornate con inquinamento oltre la soglia critica di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria. Questo dato, che si riferisce alla legislazione attuale in attesa di essere adeguato alla nuova direttiva europea, è particolarmente critico nelle stagioni fredde, quando si verificano le condizioni climatiche più favorevoli per la formazione di smog.

Nel 2024, il numero di giornate di smog è aumentato rispetto all’anno precedente. Milano ha registrato ben 68 giornate di smog, rispetto alle 49 del 2023, seguita da Cremona con 57. Altri capoluoghi della Pianura Padana, come Pavia, Mantova e Brescia, hanno superato anch’essi le 35 giornate di smog, la soglia di tolleranza prevista dalla normativa vigente.

Nei piccoli centri della Pianura Padana, la situazione è ancora peggiore. Soresina ha battuto tutti i capoluoghi con ben 75 giornate di smog, un dato allarmante che evidenzia come l’inquinamento agricolo stia assumendo un ruolo sempre più rilevante.

Un quadro più positivo per l’Alta Lombardia

In controtendenza, le città dell’Alta Lombardia hanno visto una situazione migliore. Bergamo ha registrato 40 giorni di smog, mentre Como si è fermata a 21 giorni, rimanendo comunque sotto la soglia prevista dalla normativa attuale, ma al di sopra dei limiti fissati dalla nuova direttiva. Varese, Lecco e Sondrio, invece, hanno mantenuto livelli di qualità dell’aria molto alti, con meno di 10 giornate di smog, confermando un giudizio positivo per queste località.

In conclusione, seppur con qualche segnale positivo, la qualità dell’aria in Lombardia resta una sfida aperta. È fondamentale che le politiche locali si allineino con le nuove direttive europee e che vengano adottate azioni più decisive e integrate, non solo nel settore dei trasporti e del riscaldamento, ma anche nell’agricoltura, un settore che, come dimostrano i dati, gioca un ruolo sempre più centrale nella salute dell’aria della regione.

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