VARESE, 14 gennaio 2025 – A due settimane dall’entrata in vigore del decreto che obbliga le strutture destinate alla locazione turistica a munirsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN), ad adottare specifici dispositivi di sicurezza e a presentare la Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA) al Comune di appartenenza, la situazione in Lombardia e a livello nazionale mostra ancora una notevole diffusione di strutture irregolari. Secondo i dati del Ministero del Turismo, circa il 20% delle strutture in Lombardia non è ancora in regola con l’obbligo del CIN, una percentuale che si ripete anche a livello nazionale, dove l’80,6% delle strutture risulta non conforme.
In Lombardia, delle 60.456 strutture registrate, circa 49.508 sono in regola, pari all’82% del totale, mentre il 18% risulta ancora senza il Codice Identificativo Nazionale. Questo dato, seppur positivo, evidenzia una discrepanza significativa tra le strutture regolari e quelle non conformi. In particolare, nelle province lombarde, Varese si distingue con un buon risultato, con l’85,30% di strutture regolarizzate, una cifra superiore alla media nazionale. In contrasto, Milano è la provincia con la percentuale più alta di strutture ancora fuori legge, con un 21% di irregolarità. Situazioni simili si riscontrano anche a Lodi, dove la percentuale di strutture non conformi arriva al 74,5%.
Al contrario, alcune province lombarde mostrano risultati particolarmente positivi in termini di regolarizzazione. Cremona e Bergamo sono al vertice con l’88,5% di strutture registrate, seguite da Brescia con l’86%, e da Varese e Monza-Brianza, entrambe con l’85%. Più indietro, ma comunque sopra la media, si trovano Pavia, Mantova e Sondrio, con circa l’83,5% di strutture conformi, mentre Lecco e Como chiudono la classifica regionale con il 80% di strutture in regola.
Nonostante i progressi, i controlli stanno intensificandosi in tutta Italia, dalle grandi città ai piccoli borghi. Le autorità locali sono attivamente impegnate nell’accertamento delle irregolarità, e per coloro che risultano non conformi, sono previste sanzioni significative. Secondo l’avvocato Gennaro Sposato, esperto legale di Rödl & Partner, le multe possono variare a seconda della violazione: per chi non ha il CIN, la multa può arrivare fino a 8.000 euro, mentre per la mancata esposizione del codice, le sanzioni vanno da 500 a 5.000 euro. Inoltre, la mancanza di dispositivi di sicurezza obbligatori, come estintori e rilevatori di fumo, può comportare una multa fino a 6.000 euro.
L’avvocato Sposato sottolinea anche che le sanzioni per l’insussistenza dei requisiti di sicurezza sono disciplinate dalle normative regionali o statali, e possono variare in base alla gravità dell’infrazione. Con l’intensificarsi dei controlli, le strutture che non rispetteranno le normative si troveranno a dover affrontare sanzioni anche consistenti, un monito per tutti gli operatori del settore a mettersi in regola quanto prima.
In conclusione, sebbene vi siano stati dei miglioramenti, la strada verso la piena regolarizzazione delle strutture turistiche in Lombardia e in Italia è ancora lunga. Gli operatori devono accelerare il processo di conformità alle normative per evitare pesanti sanzioni e garantire la sicurezza degli ospiti.