MESTRE, 14 gennaio 2025 – Un bilancio tragico: sono già 1.000 le vittime sul lavoro in Italia nel 2024, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fine novembre, infatti, il numero di infortuni mortali registrati ammonta a 731, con un aumento di 32 decessi rispetto ai 968 dell’anno precedente.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, sottolinea come il tragico fenomeno sia in continua crescita, evidenziando la gravità della situazione: “I numeri sono allarmanti e non possiamo ignorare il dramma che si sta consumando, con vite spezzate troppo frequentemente. L’aumento dei decessi nel settore delle costruzioni e la tragica incidenza tra i lavoratori stranieri sono segnali inequivocabili di una situazione che deve essere affrontata con urgenza.”
Secondo l’analisi, il settore delle costruzioni continua ad essere il più colpito, con ben 147 vittime. Un altro dato preoccupante riguarda i lavoratori stranieri, che presentano un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto ai lavoratori italiani, con 164 stranieri deceduti in occasione di lavoro nel 2024. Rossato evidenzia la necessità di una protezione maggiore per questa categoria, puntando sulla formazione per superare le difficoltà linguistiche e culturali: “Dobbiamo garantire a tutti, italiani e stranieri, le stesse opportunità di sicurezza sul lavoro.”
Il rischio mortale per area geografica presenta delle significative differenze. Le regioni con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (31,0 morti ogni milione di lavoratori) rientrano nella “zona rossa” e comprendono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In “zona arancione” ci sono Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria, mentre le regioni a minor rischio (zona bianca) sono Veneto e Marche.
L’Osservatorio ha anche analizzato le fasce di età più vulnerabili agli infortuni mortali. I lavoratori più anziani continuano ad essere i più esposti: la fascia di età con l’incidenza più alta di decessi sul lavoro è quella dei 65 anni e oltre, seguita da quella tra i 55 e i 64 anni.
Altri Dati Rilevanti
- Genere e Nazionalità: 80 donne hanno perso la vita in occasione di lavoro, mentre 209 vittime sono straniere.
- Settore più colpito: Il settore delle costruzioni con 147 decessi, seguito da trasporti e magazzinaggio (99) e attività manifatturiere (94).
- Giorno della settimana più pericoloso: Il martedì si conferma essere il giorno con il maggior numero di infortuni mortali (20,2%).
Le denunce totali di infortunio mostrano una crescita lieve dello 0,09% rispetto al 2023, con 543.039 segnalazioni a fine novembre. La maglia nera per il maggior numero di denunce va alle attività manifatturiere, seguite dalle costruzioni e dalla sanità.
Mauro Rossato ribadisce l’urgenza di un cambiamento radicale nelle politiche di sicurezza sul lavoro: “È fondamentale un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle aziende e dei lavoratori per invertire questa tendenza. La sicurezza non è un optional, è un diritto fondamentale.”
Per ulteriori dettagli e per consultare i grafici e i dati completi, si rimanda al sito ufficiale dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering: www.vegaengineering.com/osservatorio.