Tribunale di Milano, protesta dei magistrati contro le riforme costituzionali: striscioni e Costituzione alla mano

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La protesta dei magistrati all'ingresso del Tribunale di Milano (foto ra.it)

MILANO, 25 gennaio 2025-Un centinaio di magistrati milanesi si sono radunati questa mattina davanti al Tribunale di Milano, all’ingresso principale del Palazzo di Giustizia, lungo Corso di Porta Vittoria, per protestare contro le riforme costituzionali che rischiano di minare l’autonomia della giustizia e il rispetto della Carta Costituzionale. L’iniziativa, che si è svolta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha visto i togati portare con sé striscioni, coccarde tricolori e copie della Costituzione, come segno di resistenza e difesa dei principi fondamentali che regolano lo Stato.

Le frasi citate sugli striscioni richiamano le parole di Piero Calamandrei, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione, le cui riflessioni sono diventate simbolo della lotta per la libertà e la dignità. “In questa Costituzione (…) c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (…) non è una carta morta (…) è un testamento, un testamento di centomila morti”, recitano alcuni degli striscioni esposti davanti al Tribunale. “Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità (…) lì è nata la nostra Costituzione”, continua uno dei messaggi, evocando il sacrificio di tanti italiani durante la Resistenza.

L’iniziativa non si è limitata a una semplice manifestazione simbolica. Gherardo Colombo, ex pubblico ministero e figura di spicco nelle inchieste di Mani Pulite, ha partecipato alla protesta, dichiarando che “quello che sta succedendo è molto dannoso per i cittadini e per l’organizzazione dello Stato”. Secondo Colombo, è fondamentale attirare l’attenzione su una situazione che considera “molto grave” per il futuro della democrazia e delle istituzioni italiane.

Il programma della giornata prevedeva che i magistrati si recassero all’Aula Magna del Tribunale per partecipare alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Tuttavia, al momento del discorso del rappresentante del Ministero, i togati avrebbero abbandonato la sala in segno di protesta, un gesto che simboleggia la loro presa di distanza dalle scelte politiche che riguardano la giustizia. Questo atto di disapprovazione culminerà con uno sciopero previsto per il 27 gennaio, e la manifestazione si estenderà anche alle corti d’Appello di tutta Italia.

La protesta di oggi sottolinea un malcontento diffuso tra i magistrati, che temono che le riforme costituzionali possano indebolire l’indipendenza della giustizia e alterare l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Con le parole di Calamandrei ancora una volta al centro del dibattito, i magistrati ribadiscono il loro impegno a difendere la Costituzione come “testamento” di tutti coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia, rifiutando ogni tentativo di comprometterne i principi fondamentali.

redazione@varese7press.it