VARESE, 31 gennaio 2025-L’Urologia varesina, guidata dal Prof. Federico Dehò, che è anche docente all’Università degli Studi dell’Insubria, è il primo centro pubblico in Italia ad offrire il trattamento con onde d’urto focali per curare patologie uroandrologiche, quali, in particolare, disturbi del pavimento pelvico, fibrosi e calcificazioni peniene e disfunzioni erettili.
“Tale trattamento è molto utile anche per accelerare la ripresa dei pazienti sottoposti a prostatectomia – tiene a spiegare il Prof. Deho – Alla nostra Urologia è stato recentemente assegnato da Fondazione ONDa il Bollino azzurro, che certifica il costante impegno nella promozione della salute sessuale e riproduttiva maschile e nelle procedure diagnostico-terapeutiche multidisciplinari rivolte alle problematiche uro-andrologiche. Per noi, come per tutti gli altri specialisti coinvolti nella cura del tumore alla prostata, non si tratta solo di un riconoscimento, ma soprattutto di un’esortazione a fare di più e meglio“.
I trattamenti con onde d’urto focali sono terapie rigenerative di ultima generazione che, oltre alla altre patologie uroandrologiche citate, permettono di integrare il percorso di cura dei pazienti che si sottopongono a prostatectomia robotica, intervento per il quale l’Ospedale di Circolo è stato riconosciuto quale Hub regionale proprio alla fine del 2024: “L’intervento chirurgico non esaurisce la cura, che richiede una presa in carico più ampia, – continua Dehò – che passa attraverso questi nuovi trattamenti così come richiede la presa in carico infermieristica da parte dell’èquipe dedicata alla riabilitazione post prostatectomia radicale per la ripresa della continenza. Il nostro impegno va proprio in questa direzione, tenendo sempre grande attenzione alle innovazioni e alle nuove indicazioni delle società scientifiche“.
A questo proposito, è stata proprio la Società Europea di Urologia ad inserire le onde d’urto focali nel trattamento delle patologie uroandrologiche, e Regione Lombardia ha recepito tra le prime questa indicazione.
“Anche l’avvio della campagna di screening per il tumore alla prostata ha rappresentato per noi un’ulteriore spinta nell’introduzione di questa procedura – tiene ad aggiungere Dehò – lo screening ha l’obiettivo di aumentare le diagnosi, e quindi aumenta la necessità di cura, una cura che sia davvero completa“.