VARESE, 15 febbraio 2025- di GIANNI BERALDO
Il Teatro Nuovo di Varese è stato gremito questa mattina da lavoratori e sindacati, che si sono riuniti per partecipare all’assemblea internazionale dei frontalieri.
Incontro che ha visto provenire voci di protesta sia dall’Italia che dalla Svizzera contro l’introduzione di una tassa sulla sanità, considerata ingiusta e illegittima. Il messaggio principale, espresso con forza dal palco, è stato chiaro: «Restiamo uniti affinché questa tassa non venga applicata».
L’assemblea è stata organizzata dalle sigle sindacali italiane ed elvetiche, e ha visto la partecipazione di diverse istituzioni e rappresentanti politici. A dare il via ai lavori, il sindaco di Varese (città come altre di ‘frontiera’ che ha visto penalizzate entrate importanti dai ristorni, costringendo a modificare probabilmente i poiani futuri di investimenti per la città) Davide Galimberti, ha sottolineato «alcuni pensano che i frontalieri siano privilegiati e che bisogna togliere questi privilegi, ma non è così». Galimberti ha ricordato che Varese conta circa 3.000 frontalieri, e che è fondamentale garantire una serie di servizi per sostenere l’economia di confine. Il rischio, secondo il sindaco, è che questa riforma possa danneggiare gravemente i territori.
Massimo Mastromarino, presidente dell’Associazione Comuni Italiani di Frontiera (Acif) e sindaco di Lavena Ponte Tresa, ha ribadito la necessità di rispettare gli accordi con i lavoratori. Ha denunciato la violazione del patto sottoscritto in sede di accordo fiscale, colpito da emendamenti notturni che rischiano di vanificare gli sforzi fatti sul territorio. «Non è corretto – ha affermato – tradire e calpestare quanto costruito in questi anni».
Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri Cgil, ha definito la tassa «illegittima» e ha criticato le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rilasciate lo scorso 1 febbraio a Villa Recalcati, dove aveva affermato che, in caso di mancato pagamento da parte dei frontalieri, sarebbero stati i Comuni a dover pagare. «Se la strategia è quella di mettere frontalieri e Comuni contro, noi combatteremo contro questa logica. Questa è una tassa ingiusta, inefficace e illeggittima e ancora più grave, evoca una lotta tra gli stessi lavoratori. Poi la gravità di alcune affermazioni di epsonenti di Governo, minacciando di toglere la tessera sanitaria ai lavoratori frontalieri: una follia», ha dichiarato Augurusa.
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Marco Contessa, responsabile nazionale frontalieri Cisl, ha ricordato come l’accordo del 1974 fosse durato 50 anni, mentre quello del 2023 è stato messo in discussione in soli sei mesi. Ha inoltre aggiunto che, se la Regione ha difficoltà a finanziare la sanità lombarda, «deve trovare altre soluzioni, non gravare sui lavoratori frontalieri».
Il segretario generale Uil frontalieri, Raimondo Pancrazio, ha sottolineato che inventarsi una tassa sulla salute significa etichettare i frontalieri come evasori fiscali. «Restiamo uniti contro questa tassa», ha concluso.
Tra i presenti, anche le sigle sindacali svizzere, rappresentate da Giangiorgio Gargantini di Unia, che ha ribadito l’importanza dell’unità nella lotta contro questa misura.
Tra i presenti, il senatore del PD Alessandro Alfieri ha espresso la sua frustrazione per l’attuale situazione, ricordando come fosse stato fatto un grande lavoro per costruire una legge bipartisan sul nuovo accordo internazionale. «Abbiamo creato un tavolo per prendere decisioni condivise, ma il Governo ha ignorato tutto, imponendo decisioni dall’alto che penalizzano i frontalieri», ha dichiarato.
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Maria Chiara Gadda di Italia Viva ha invece rivolto un appello al ministro Giorgetti, sottolineando che non si può ignorare il territorio. Ha ricordato che, oltre alla tassa sulla sanità, la città di Varese ha perso oltre 4 milioni di euro e la situazione sulla Naspi resta incerta Frontalieri <<Si chiamino le cose con il nome giusto, il governo tassa sulla salute migliaia di lavoratori che contribuiscono all’economia dei territori italiani di frontiera e che le tasse le pagano eccome. Altro che contributo. Il governo Meloni è tanto veloce a mettere le mani in tasca ai cittadini, ma lentissimo a restituire. Dove sono i soldi per la Naspi speciale? Dove sarebbero le risorse per le aziende in crisi del territorio? Dove sono i chiarimenti sull’applicazione dell’assegno unico? Veramente inusuale, poi, che questa bella idea venga proprio dalla Lega, un partito che ha da sempre rivendicato l’attenzione a territori e sindaci>>.
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Tra i partecipanti anche il consigliere regionale Samuele Astuti (PD), il segretario provinciale di Italia Viva Salvino Reina, e rappresentanti di movimenti autonomisti come il Partito Popolare del Nord (presente con il rappresentante provinciale Giorgio Zaupa) e Patto per il Nord. La critica nei confronti di Giorgetti è stata unanime. «Se le tasse non le toglieremo ai frontalieri, allora le dovranno pagare i Comuni.