Assemblea generale Cgil provincia di Varese martedì a Malpensa Fiere, alla presenza di Maurizio Landini

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Maurizio Landini (foto tg24.sky.it)

VARESE, 24 febbraio 2025-Dopo Bologna, così come in tutte le province, anche a Varese domani, martedì 25 febbraio presso Malpensa Fiere, si terrà l’assemblea generale delle assemblee generali di tutte le categorie. Con circa 450 delegate e delegati, insieme ai pensionati e ad alcune associazioni del territorio, presenteremo i 5 referendum abrogativi, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza. Per l’occasione sarà presente il nostro Segretario generale Maurizio Landini.

La CGIL è promotrice di quattro referendum sul lavoro, e sostenitrice del quinto referendum, quello sulla cittadinanza. Perché la scelta del referendum?

Il referendum è il più importante istituto di democrazia diretta. Grazie ad esso i cittadini, senza la mediazione del Parlamento, possono esprimere la propria opinione direttamente su una norma, o una parte di essa.  Possiamo dire che si tratta di uno strumento che chiama direttamente i singoli cittadini a prendersi la responsabilità di agire e di dire la propria.

Ma anche uno strumento rischioso, considerato il preoccupante calo dell’affluenza alle urne.

L’astensionismo è senza dubbio uno dei più grandi problemi della nostra democrazia. Di elezione in elezione nel nostro paese è cresciuto enormemente il numero di persone che decidono di non votare, sfiduciati che le cose possano cambiare in meglio per loro e le loro famiglie, sfiduciati da tante promesse non mantenute, a volte persino inascoltate. Pensiamo a chi si trova in condizioni di povertà, e di scarsa speranza per il proprio futuro, i giovani per esempio.

Perché questi quattro quesiti e non altri sul lavoro?

La Segreteria della CGIL nazionale, insieme alla consulta giuridica, ha lavorato per diversi mesi su questo tema. Le norme sulle quali agire con referendum abrogativo erano tante e la scelta è stata quella di proporne pochi quesiti, ma chiari ed efficaci. Il primo intende ripristinare il diritto alla reintegra in caso di licenziamento ingiusto che è stata cancellata dal Jobs Act. Il secondo riguarda i casi di licenziamento ingiusto nelle imprese fino ai 15 dipendenti: oggi anche se il lavoratore ha ragione sul licenziamento, può percepire al massimo un indennizzo di sei mensilità, un costo bassissimo per le imprese che spesso, anche se piccole, hanno enormi fatturati. Il terzo quesito vuole cancellare il libero uso del contratto a tempo determinato: vogliamo reinserire le motivazioni necessarie per quel tipo di contratto, scoraggiando l’utilizzo improprio di contratti precari a favore di quelli stabili. E infine il quarto quesito chiede di cancellare un articolo della legge sulla sicurezza sul lavoro dove si dice che una società appaltante non è mai responsabile degli infortuni anche gravi e mortali accaduti ai lavoratori che operano in attività da queste stesse appaltate o subappaltate. Una cosa davvero inaccettabile.

Il quinto referendum non c’entra con il lavoro.

Il quinto referendum parla del bisogno urgente per la nostra società di avere più giovani rispetto ai vecchi, più interculturalità rispetto alle pericolose chiusure mentali e culturali. Con questo quesito si vuole diminuire da dieci a cinque anni la possibilità di richiedere la cittadinanza. Se nati all’estero e sono figli di genitori extracomunitari, è possibile fare domanda per l’acquisizione della cittadinanza dopo il compimento della maggiore età in caso risiedano legalmente nel nostro Paese e continuativamente da dieci anni, oltre alla conoscenza della lingua e al reddito. Negli ultimi 20 anni sono nati complessivamente in Italia 10.603.634 bambini, effetto di un fenomeno migratorio di lungo periodo, che ha portato oltre 5 milioni di migranti a scegliere il nostro Paese come luogo in cui stabilirsùi e formare una famiglia. Un altro effetto positivo è l’aumento del numero di alunni con cittadinanza non italiana iscritti nelle scuole, un fenomeno di particolare importanza per la diminuzione di alunni e l’esubero quasi certo di insegnanti, se non si riesce ad invertire con urgenza l’andamento demografico nel nostro paese. Non vi è alcun dubbio, senza migranti il nostro Paese sarebbe più piccolo e più vecchio.

I prossimi mesi saranno di grande impegno…

Si, impegno che per la CGIL non è mai mancato. Siamo in attesa che il governo stabilisca la data del voto, ma nel frattempo portiamo comunque avanti l’insieme delle attività che non si fermeranno neanche in campagna referendaria. Il rinnovo dei contratti nazionali per garantire il potere d’acquisto dei salari, migliorare i diritti e le condizioni di lavoro. La condizione di povertà pur lavorando è un fenomeno che parla della deregolamentazione nell’applicazione dei contratti che spesso producono un dumping salariale e di diritti inaccettabile, e del part time involontario. Lavorare poche ore alla settimana anche in presenza di una buona paga oraria non permette di mantenersi economicamente. Proseguiamo con la contrazione sociale e territoriale, nel confronto con i comuni puntiamo a salvaguardare le condizioni dei più fragili e con la vertenzialità nei luoghi di lavoro. Un’azione completa quindi, di contrattazione, vertenze, abrogazioni alle quali si accompagneranno nel prossimo futuro anche alcune proposte di legge.