VARESE, 24 febbraio 2025-Si è svolta oggi a Roma una lunga riunione, durata oltre quattro ore, per discutere sulla difficile situazione degli stabilimenti Beko Europe, tra i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e gli esponenti del Governo. Al centro dell’incontro il futuro dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno, che sta vivendo una crisi occupazionale significativa.
Dopo una lunga discussione, è stata confermata la perdita di 350 posti di lavoro per lo stabilimento, ma anche la decisione di mantenere tutte le linee di produzione dei frigoriferi, sebbene con un ridimensionamento degli orari di lavoro. L’azienda ha annunciato un piano di investimenti di 136 milioni di euro, distribuiti su tre anni, destinato a rafforzare il sito di Cassinetta e le sue linee produttive. Nello specifico, gli investimenti sono così suddivisi:
- 31,5 milioni di euro per la fabbrica di frigoriferi
- 75 milioni di euro per la fabbrica di forni
- 21 milioni di euro per la fabbrica di microonde
- 8,5 milioni di euro per l’installazione di pannelli solari.
Tuttavia, il piano non sembra essere sufficiente a risolvere tutte le problematiche occupazionali legate alla crisi di Beko, soprattutto alla luce della notizia della chiusura dello stabilimento di Siena prevista per la fine del 2025.
La reazione del deputato Ferrara: “Situazione inaccettabile”
Il deputato varesino Antonio Ferrara, membro del Movimento 5 Stelle e della Commissione Attività Produttive, ha definito “inaccettabile” la situazione che sta vivendo il territorio, già fragile sul piano occupazionale. Ferrara ha criticato duramente il recente viaggio del ministro Adolfo Urso in Turchia, durante il quale avrebbe dovuto rafforzare le tutele occupazionali per gli stabilimenti italiani, ma che, secondo il deputato, non ha prodotto alcun risultato concreto.
Il viaggio di Urso ad Istanbul era stato presentato come una missione strategica per difendere i siti produttivi italiani. Tuttavia, Ferrara denuncia che, al ritorno, le promesse di salvaguardia dei posti di lavoro sono svanite, lasciando il settore senza soluzioni reali. “Il ministro ha incontrato i vertici della multinazionale turca, ma non ha imposto alcuna condizione vincolante per la salvaguardia dei lavoratori,” ha dichiarato Ferrara. “Anzi, è tornato a mani vuote, senza alzare la voce in difesa degli operai.”
Ferrara, in particolare, ha messo in evidenza che la crisi di Cassinetta non può essere risolta con investimenti limitati o con tagli che si celano sotto il nome di “ristrutturazioni”. “136 milioni di euro possono sembrare una cifra considerevole, ma senza un vero piano di rilancio industriale e senza il rispetto delle promesse fatte ai lavoratori, questi soldi rischiano di essere solo una toppa su una falla molto più grande,” ha aggiunto il deputato.
Infine, Ferrara ha lanciato un appello al Governo affinché ponga al centro delle proprie politiche la tutela dei posti di lavoro, avvertendo che “non possiamo accettare che centinaia di famiglie vengano lasciate indietro”. Se l’esecutivo non agirà concretamente, ha concluso, sarà corresponsabile della crisi occupazionale che potrebbe travolgere Cassinetta e l’intera provincia di Varese.