CGTN: a due anni di distanza, la Global Civilization Initiative della Cina acquisisce maggiore rilevanza in un mondo turbolento

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PECHINO, March 16, 2025 (GLOBE NEWSWIRE) – Due anni fa, il presidente cinese Xi Jinping ha presentato la Global Civilization Initiative (GCI), sollecitando il rispetto della diversità culturale, la promozione dei valori umani condivisi, la preservazione e l’innovazione delle civiltà e scambi internazionali tra i popoli più solidi.

Nel mondo odierno, in un periodo di incertezza, agitazione e divisione, l’iniziativa è diventata più rilevante che mai.

Di fronte alle crescenti tendenze anti-globalizzazione, Elias Jabbour, professore presso la Facoltà di Scienze Economiche della State University di Rio de Janeiro, ha sottolineato la crescente importanza del GCI. Ha dichiarato che l’approccio inclusivo della Cina verso la diversità costituisce un esempio per il mondo. “In un periodo in cui alcune nazioni che si sono autoproclamate “civilizzate” stanno attuando deportazioni e rimpatri di massa, l’enfasi della Cina sul rispetto reciproco e sullo scambio culturale è in netto contrasto”, ha affermato il professore, encomiando il GCI per aver sostenuto la coesistenza di diverse civiltà senza imporre i valori di una nazione sull’altra.

Guidare il mondo verso la pace

Quando Xi ha proposto il GCI al meeting di alto livello del PCC nel dialogo con i partiti politici mondiali nel marzo 2023, ha citato un proverbio cinese: “Un singolo fiore non fa primavera, mentre cento fiori in piena fioritura portano la primavera nel giardino” per indicare la vitalità della diversità culturale e la necessità di abbracciare diverse civiltà nella costruzione di un mondo armonioso.

“I Paesi devono sostenere i principi di uguaglianza, apprendimento reciproco, dialogo e inclusività tra le civiltà e far sì che gli scambi culturali superino la separazione, che l’apprendimento reciproco superi gli scontri e che la coesistenza superi i sentimenti di superiorità”, ha dichiarato Xi.

L’impegno della Cina nel dialogo tra le civiltà è stato riconosciuto successivamente a giugno, quando l’ONU ha adottato una risoluzione proposta dalla Cina, che ha nominato il 10 giugno come Giornata internazionale del dialogo tra le civiltà. L’inviato cinese all’ONU, Fu Cong, ha dichiarato che questa iniziativa mira a riportare l’attenzione mondiale sul dialogo interculturale in un “momento critico”.

“Se guardiamo il mondo attorno, vediamo molte controversie, molti conflitti o addirittura guerre. Inoltre, c’è un’impennata di intolleranza, estremismo e anche populismo. “Tutti questi fenomeni possono trovare le loro radici nelle differenze o nella mancanza di comprensione tra culture e religioni”, ha affermato Fu.

Un sondaggio del CGTN condotto su 15.574 persone in 40 Paesi e regioni, pubblicato a marzo 2023, ha rilevato che l’80,3% ritiene che molteplici civiltà sono utili per lo sviluppo globale, l‘85% crede nella costruzione di un futuro condiviso attraverso la tolleranza e la cooperazione, mentre l’89,6% chiede maggiore dialogo e apertura, percentuale che sale al 93,7% nei Paesi in via di sviluppo.

Le azioni parlano più delle parole

La Cina non è solo un promotore, ma anche un vero praticante.

Nel novembre 2023, Pechino ha ospitato la prima Conferenza mondiale di studi classici, durante la quale oltre 400 esperti si sono confrontati sulle civiltà classiche. La conferenza è stata una palco per incoraggiare le nazioni ad attingere saggezza dalle antiche tradizioni, favorendo una maggiore comprensione reciproca. Da allora, la Cina ha organizzato forum internazionali come il Nishan Forum sulle civiltà mondiali e la Conferenza mondiale sulla lingua cinese, che mette insieme studiosi, politici ed esperti culturali per esplorare valori condivisi.

La conservazione della cultura è uno degli aspetti principali dell’impegno della Cina verso l’iniziativa. L’Asse Centrale di Pechino, un complesso architettonico storico risalente alla dinastia Yuan (1271-1368), è stato ufficialmente dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2024. Nello stesso anno, il Capodanno cinese è stato inserito dall’UNESCO nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Questi traguardi sottolineano l’impegno che ha la Cina nel salvaguardare e promuovere il suo ricco patrimonio culturale sulla scena mondiale.

Il Paese ha esplorato e promosso attivamente elementi della cultura tradizionale cinese, portando il suo fascino sulla scena mondiale. Dal film d’animazione Ne Zha 2 in vetta alla classifica di genere al botteghino mondiale, al videogioco Black Myth: Wukong che sta riscuotendo sempre più successo a livello internazionale, fino al dance drama Wing Chun che sta riscuotendo un enorme successo nei mercati esteri, la Cina continua a innovare il suo patrimonio culturale.

Si è inoltre adoperata per rafforzare gli scambi interpersonali. Nell’ultimo anno, gruppi di studenti provenienti da città come Dallas, Houston, New York e San Francisco si sono recati in Cina per visitare università, aziende e monumenti iconici, a seguito dell’impegno preso dal presidente Xi nel 2023 di invitare 50.000 studenti in cinque anni. Negli ultimi anni, la Cina ha organizzato insieme a numerosi Paesi l’iniziativa “Tourism Years” per promuovere lo scambio culturale. Entro la fine del 2024, la Cina aveva esteso la sua politica di ingresso senza visto a 29 Paesi, tra cui Francia, Germania e Italia, agevolando maggiori collegamenti globali.